Il blitz dei 100 arresti a Secondigliano fa emergere uno spaccato gigantesco di come si sta muovendo oggi la camorra napoletana, su quali siano i suoi guadagni e le sue mire. Nelle estorsioni, centinaia quelle documentate a carico dell'Alleanza di Secondigliano e del clan Contini che fa riferimento a Edoardo ‘o Romano, emerge anche la famelica attenzione della malavita organizzata su quello che viene definito da molti il ‘business migranti' ovvero il giro di denaro che ruota intorno all'accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo in fuga dalle guerre nel Nordafrica e approdati in Italia coi barconi. Contini pretendeva il pizzo. Voleva una quota su ogni rifugiato da albergatore che aveva migranti con un accordo quadro che fa riferimento alla Regione Campania. Parliamo di centri migranti legittimi: la lista delle vittime o potenziali tali è facile da individuare: i centri migranti sono pubblici e sono all'interno di graduatorie.
Anche se i fatti risalgono a qualche anno fa, c'è da riflettere: mentre c'è una parte di città che politicamente si spende sotto lo slogan "Welcome refugee", ovvero ‘benvenuto' a chi cerca in Italia pace perché è fuga dalle guerre, una parte di Napoli, quella cupa, oscura, nera, si fregava le mani. Motivo? Vedeva in questa circostanza l'ennesimo elemento per creare una emergenza sulla quale lucrare.
A illustrare questa parte dell'inchiesta è il nuovo questore di Napoli, Alessandro Giuliano. Nell'ambito delle attività coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la Squadra Mobile si è concentrata proprio sulla struttura del clan Contini che ha la sua principale base nel quartiere Vasto, zona a ridosso della Stazione centrale di Napoli e nella quale, negli ultimi anni, è aumentata esponenzialmente la presenza di migranti nonché la tensione sociale coi residenti. «L'esempio del "pizzo" sui migranti imposto all'albergatore – spiega Giuliano durante la conferenza stampa – dà conto dell'ampiezza della pressione criminale del clan Contini nel Vasto e anche della rapidità e dell'agilità tipica delle organizzazioni criminali strutturate di ottenere un guadagno da situazioni contingenti, come l'aumento dei flussi migratori».
"Per ogni migrante soldi al clan"
Tutto parte dalla denuncia di un imprenditore agli uffici del commissariato Vicaria Mercato. L'uomo riferisce agli agenti di essere stato avvicinato da due esponenti del clan Contini, Antonio Muscerino soprannominato Tonino ‘o biondo; Gaitanino al secolo Gaetano Attardo e Antonio Aieta alias ‘o piccirillo per «costringerlo a pagare somme non dovute». Il clan era informatissimo: sapeva che il titolare dell'albergo, in crisi (all'epoca, parliamo del 2012, il flusso turistico non era come quello odierno) dopo aver tentato di subentrare con imprenditori ‘amici' nell'ospitalità ai rifugiati politici, aveva autonomamente stretto un accordo con la Regione Campania per l'ospitalità dei migranti – nel caso specifico di libici – a fronte di un rimborso di 41 euro per ciascun rifugiato.
Il blitz all'alba a Secondigliano
All'alba militari del Ros dei Carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno arrestato 126 affiliati al clan Contini, Mallardo e Licciardi, ritenuti esponenti dell'alleanza di Secondigliano. L'operazione non ha riguardato solo la provincia di Napoli ma anche diverse località del territorio nazionale e degli stati esteri, dove i carabinieri dell'interpol si sono avvalsi della collaborazione delle locali forze di polizia. I reati contestati sono numerosi e vanno dall'associazione di tipo mafioso, al traffico di sostanze stupefacenti all'estorsione, usura, riciclaggio ed altri reati.