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Covid 19

Ora in Campania i Pronto soccorso scoppiano: rifiutati i ricoveri, mancano ossigeno e barelle

Posti letto finiti, barelle esaurite, ambulanze bloccate con i pazienti a bordo ed impossibilitate a sbarellarli in ospedale e costretti in alcuni casi ad andare nei presidi sanitari in provincia. Con la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Campania i Pronto Soccorso di Napoli esplodono. Gli ospedali, il 10 e l’11 maggio, sono stati costretti a rifiutare i ricoveri. Al Pronto Soccorso del Cardarelli in “overbooking” la notte dell’11 maggio manca di tutto: barelle, ossigeno, posti letto. L’Ospedale dei Colli Monaldi-Cotugno ha scritto alla Prefettura.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il documento del 118 dell'11 maggio 2020
Il documento del 118 dell'11 maggio 2020
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Posti letto finiti, barelle tutte piene, ambulanze bloccate con i pazienti a bordo ed impossibilitate a "sbarellarli" in ospedale e costretti in alcuni casi ad andare nei presidi sanitari in provincia. I Pronto Soccorsi di Napoli esplodono con la Fase 2 del Coronavirus. Il 10 e l'11 maggio sono state due giornate campali per la Sanità pubblica a Napoli. Dai documenti che Fanpage.it ha avuto modo di visionare emerge un quadro disastroso. Gli ospedali saturi sono stati costretti a rifiutare i ricoveri. Al Pronto Soccorso del Cardarelli in “overbooking” la notte dell'11 maggio. Manca di tutto: barelle, ossigeno, posti letto; l'Ospedale dei Colli Monaldi-Cotugno scrive alla Prefettura perché tutte le postazioni nel Pronto Soccorso, compresi i codici rossi, sono occupate dai pazienti che attendono i tamponi. Nelle stesse condizioni, impossibilitati ad accogliere i pazienti, perché senza più posti o perché chiusi per sanificazione contemporaneamente Villa Betania, Ospedale del mare, Cardarelli, Fatebenefratelli e Cto, il 10 maggio in varie fasce orarie, e Cardarelli, Vecchio Pellegrini, Fatebenefratelli, Cto, San Giovanni Bosco e Ospedale del Mare, ieri,  lunedì 11 maggio. “Una situazione grave e critica”, la descrive così il responsabile del 118, Giuseppe Galano, in una nota interna indirizzata all'Asl Napoli 1 Centro.

La Cisl Medici: "Ospedali non preparati. Si rischia il morto"

“Condizioni insostenibili – commenta la Cisl Medici – dal punto di vista organizzativo. Non è possibile che a quasi 100 giorni dall’inizio della pandemia non esista ancora un chiaro percorso per il paziente sospetto Covid o affetto da Covid che necessita di ricovero. l’Ospedale del Mare ha una capienza di posti limitata a 16 accessi nonostante la recente inaugurazione del Centro Covid che risulta di fatto ancora inattivo. L’Ospedale dei Pellegrini sostiene di non avere fonti di ossigeno nella tenda e ciò dall’inizio della pandemia. Il San Giovanni Bosco accetta solo pazienti asintomatici o comunque in caso di fondato sospetto Covid non accetta il paziente”.

La lettera del responsabile 118 all'Asl: “Situazione critica”

“Siamo costretti, ancora una volta – scrive il responsabile del 118 Giuseppe Galano all'Asl Napoli 1 – a sottolineare doverosamente la gravissima e cronica carenza di recettività da parte dei Presidi Ospedalieri Cittadini. Tale situazione è resa più grave dalla contingente pandemia COVID-19 e dall’iniziale fase due, che ha comportato, com’era prevedibile, dopo l’iniziale timore per il pericolo contagio da parte della cittadinanza di ricorrere alle cure ospedaliere, il ritorno a questa assistenza per le crescenti necessità legate alle patologie tradizionali, sia acute che croniche”. Negli ultimi due giorni, 10 e 11 maggio, quindi, secondo il 118, si scatena una “drammatica situazione di sovraffollamento di barelle nella maggior parte degli ospedali cittadini”. Così scatta la “contemporanea impossibilità di ricovero del giorno 10 maggio, per affollamento e sanificazione: Villa Betania, Ospedale del mare, Cardarelli, Fatebenefratelli e Cto, nelle varie fasce orarie. E del giorno 11 maggio: Cardarelli, Vecchio Pellegrini, Fatebenefratelli, Cto, San Giovanni Bosco e Ospedale del Mare”. I pronto soccorsi restano paralizzati e inoperativi, soprattutto i reparti di chirurgia e medicina d'urgenza. Così le ambulanze devono recarsi in provincia per ricoverare i pazienti.

Aggiornamento: La direzione del Cardarelli con una nota smentisce la ricostruzione del nostro giornale. Il servizio tuttavia si basa su una serie di atti pubblici che pubblichiamo.

(articolo aggiornato il 13 maggio ore 11.20)

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