Chiude lo stabilimento Whirlpool di Napoli, operai in piazza contro i licenziamenti
Proseguono le proteste degli operai della Whirlpool di Napoli, ancora in piazza contro la chiusura della fabbrica di via Argine, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. La chiusura è prevista per il 1° novembre, poi inizieranno le procedure di licenziamento per gli oltre quattrocento dipendenti. Ma gli operai proseguono in tutti i modi la loro protesta, continuando a manifestare ovunque e chiedendo un intervento energico da parte della classe politica.
La manifestazione di oggi è partita da piazza Municipio, non lontano da Palazzo San Giacomo sede del Comune di Napoli, ed ha attraversato tutta la città prima di arrivare al Porto. Come sempre, la manifestazione è stata scandita da striscioni e slogan di protesta contro la decisione dell'azienda statunitense di chiudere lo storico stabilimento del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Già nei giorni scorsi le loro manifestazioni erano arrivate in vari punti della città: dall'aeroporto internazionale di Napoli-Capodichino, dove avevano chiesto anche ai viaggiatori di aderire alla loro causa, alla Galleria Umberto I. E per domani, venerdì 25 ottobre, è previsto un ulteriore sit-in dei lavoratori, che raggiungeranno Castel dell'Ovo per incontrare le forze sociali partenopee.
Finora, la classe politica partenopee ha risposto alle loro manifestazioni in maniera diversa: il sindaco di Napoli Luigi De Magistris aveva parlato della creazione di un "centro produzione collettiva di lavatrici tutto italiano" per salvaguardare il lavoro degli operai; il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva detto che la Regione sarebbe pronta a mettere a disposizione 20 milioni di euro per trovare una soluzione per evitare la chiusura dello stabilimento napoletano. Risposte che finora, però, non hanno prodotto nulla di concreto.