C'è una verità incontrovertibile nel fiume di parole spesso eccessive, calcate di malcelato disprezzo verso l'opinione altrui, del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. La verità è che le sue posizioni su immigrazione e sicurezza non sono variate di un millimetro negli anni. Certo, sono state opportunamente tenute ‘basse' quando occorreva che De Luca parlasse anche ad una certa sinistra in Campania. Ma oggi, superato il giro di boa del governo regionale e in vista delle Elezioni del 2020 cui si ricandiderà, Vicienzo ha tutta l'intenzione di riprendere i vecchi adagi d'un tempo. Di quando, da sindaco di Salerno, usciva in pattuglia coi vigili urbani della cittadina campana per scacciare «illegali» e «cafoni» per poi vantarsene nei suoi monologhi televisivi settimanali.
«Sono vent'anni che spiego a tutti che la sicurezza è una questione essenziale» dice ora su Facebook l'ex sindaco e governatore che si fa uno e trino, visto che poi parla di sé stesso in terza persona e di fatto plaudendo, pur senza mai citarlo, il decreto sicurezza Salvini: «Sono – continua – vent'anni che seguiamo una politica che ha due facce inscindibili, quella della solidarietà e quella del rigore verso chi viola le leggi. In particolare, la sicurezza urbana richiedeva da anni, e richiede ancora, nuove leggi più efficaci».
La modalità si inscrive nella strategia pre-elettorale di avvicinarsi sempre di più a posizioni che oggi sono incarnate nel ministro e vicepremier Matteo Salvini ma che da sempre l'ex sindaco salernitano ha avuto. Per verificarlo basta aver memoria dei fatti: nel luglio 2006 da sindaco decise di dotare i vigili urbani di Salerno di manganelli. In quegli anni partecipò a blitz insieme alla Municipale contro la prostituzione in strada e quelli che un tempo venivano definiti ‘vu cumprà', finendo perfino nei parapiglia e denunciando per due volte aggressioni ai suoi danni: una volta fu affrontato da un senegalese venditore ambulante abusivo che – riconosciuto il sindaco – cercò di scagliarsi contro. Nell'aprile del 2009, invece, una donna romena spaccò gli occhiali a
De Luca costringendolo a cure mediche.
I manganelli ? «Rappresentano uno strumento di solidarietà e non di violenza. Qualcuno crede che basta fare esercizi spirituali di fronte ad uno straniero abusivo che ti minaccia con una bottiglia rotta. Io non la penso nello stesso modo»: così parlava Vicienzo, correva l'anno 2010. Otto anni dopo, è di nuovo tempo di elezioni. E i discorsi tornano quelli d'un tempo, anche se il contesto politico è del tutto diverso e così rischia di inimicarsi mezzo Partito Democratico, cui peraltro non lesina critiche pesantissime («ci sono imbecilli e nullità nel Pd»). Ma De Luca i conti, quando si tratta di voti, li sa fare. E forse oggi ritiene che attaccare l'area ‘solidale' del Pd con un Paese che va verso destra, sia tutto sommato un gioco che vale la candela.