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Opinioni

De Magistris mischia sport e politica. E parla come in Gomorra: “Ci riprendiamo tutto”

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris in un post su Facebook se la prende con tutti senza citare mai nessuno, cavalcando la rabbia sportiva per la sconfitta calcistica e il quasi certo addio allo scudetto per quest’anno: «Loro invece si sentono forti e potenti rubando, con furti di Stato o di Calcio». E poi chiude così: «Ci riprenderemo tutto quello che ci avete levato». Una frase che ricorda quella che pronuncia il boss camorrista nella serie televisiva Gomorra.
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I napoletani che non lo sostengono, taglienti come il bordo di un foglio di carta, l'hanno  già ribattezzato «il pisciatone del lunedì». Ogni lunedì infatti Luigi De Magistris affida i suoi pensieri di rivoluzione a Facebook. Frasi del tipo: «Non molleremo mai, l'amore per Napoli sconfiggerà anche i nemici della Città» o «È necessario ribellarsi alle ingiustizie che sono un attacco ai diritti della Città e del suo Popolo!» fanno ormai parte del repertorio sindachesco di inizio settimana.

Quest'oggi, 30 aprile 2018, la situazione si mostrava piuttosto complessa: il bel weekend di sole appena passato, la Festa di Liberazione trascorsa e, davanti, un 1 maggio Festa dei Lavoratori. Che fare, dunque? De Magistris ha così avuto l'ideona: fondere (matchare, dicono quelli bravi con il marketing ma meno con l'italiano) la passione sportiva e la voglia di riscatto sociale. Oggi Napoli piange il quasi-addio allo scudetto calcistico dopo la notte magica contro la Juventus. La sconfitta cocente contro la Fiorentina ha scucito dal petto dei tifosi che anzitempo gliel'avevano appuntato, il tricolore dalla maglia azzurra. Non senza polemiche arbitrali, come spesso accade in questi casi. E come diceva proprio un toscano, il Perozzi di ‘Amici Miei' : «Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione». Dunque, DeMa si lancia con un tuffo a cufaniello nel mare del qualunquismo.

«Sono orgogliosamente napoletano sempre, nella gioia e nel dolore, con i nostri difetti ed i nostri pregi» esordisce. «La nostra Città e il popolo napoletano sono stanchi delle ingiustizie». Ma di cosa parla? Del Sabaudo o dell'arbitro Orsato? Della Juve o della Cassa del Mezzogiorno? Di Gianni Agnelli o sta citando Benedetto Croce? L'acme è quando attinge nella sceneggiatura della serie televisiva Gomorra. Come diceva don Pietro Savastano? «Ce ripigliammo tutto chello ch'è ‘o nuosto». Come scrive l'ex pubblico ministero da quasi 8 anni sindaco di Napoli?  «Ci riprenderemo tutto quello che ci avete levato, conquisteremo quello che ci spetta».

«Loro invece si sentono forti e potenti rubando, con furti di Stato o di Calcio». Ma Loro chi? Forse c'è una citazione cinematografica dal nuovo Paolo Sorrentino? «Uniti si vince, abbattendo i palazzi dei poteri corrotti, conquistando i nostri traguardi. W Napoli». Un capolavoro: bisognerebbe stampare questo post e declamarlo in pubblica piazza.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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