Alla fine un solo dato inoppugnabile è possibile ricavare dalle elezioni suppletive per il Senato del collegio Napoli 7: vince solo il ‘baffo‘, Sandro Ruotolo, capace di raccogliere quella fiducia, misera nei numeri ma molto intensa nel rapporto con l'elettorato, che il centro sinistra a Napoli aveva smarrito da tempo. Il record di astensionismo, con solo il 9% degli aventi diritto al voto che si è recato alle urne, ci dice che ha vinto principalmente la biografia di Ruotolo. Sullo sfondo, due circostanze non possono però essere trascurate: la scommessa vinta del segretario provinciale del Pd che rilancia sulle elezioni regionali e la capacità della Lega di dare e togliere voti a piacimento, segno questo di una capacità organizzativa di tutto rispetto per un partito inesistente in Campania fino a due anni fa.
Ruotolo vince e rilancia il centro sinistra
Ha fatto più di 200 incontri, in alcuni casi è arrivato a 13 in un solo giorno, Sandro Ruotolo ha macinato chilometri in queste settimane di campagna elettorale. Incontri spesso carichi di tensione, come la sua "passeggiata" elettorale a Miano, quartiere al centro di uno scontro di camorra per stabilire i nuovi equilibri dopo la raffica di arresti che ha colpito gli eredi del clan Lo Russo. Gente spaventata, negozi chiusi, e la scorta che segue da alcuni anni il neo senatore molto preoccupata. Ha trascinato il suo quartiere, il Vomero, ma è riuscito ad andare in quelle periferie dove il centro sinistra e l'attuale amministrazione comunale fanno fatica anche solo a farsi vedere, da San Giovanni a Teduccio, a Ponticelli fino a Miano appunto. Sulla primogenitura della sua candidatura si erano sgolati da più parti. In primis il Sindaco Luigi de Magistris che per giorni ha voluto mettere il marchio su Sandro Ruotolo senza però riuscirci. Proposto a tutti gli alleati dal Partito Democratico, Ruotolo non è mai apparso in compagnia di Luigi de Magistris durante la campagna elettorale, se non nella conferenza stampa di presentazione. Non è stato casuale. Negli oltre 200 incontri avuti in città il neo senatore non ha potuto far altro che constatare il malessere diffuso verso l'amministrazione comunale, tanto che alla chiusura della sua campagna elettorale, proprio al Vomero, ha deciso di farsi accompagnare dall'amico deputato del Pd Paolo Siani e non dal Sindaco di Napoli.
Unica eccezione la nipote Alessandra Clemente, l'assessora ha partecipato a diverse iniziative elettorali fungendo da rappresentazione degli alleati di DemA. Ora il neo senatore dovrà dimostrare che il connubio tra attivismo sociale e rappresentanza politica può ancora funzionare, per questo ha deciso di costruire una cabina di regia che ogni settimana incontrerà il senatore per sottoporgli i problemi del territorio. Nella conferenza stampa successiva alla vittoria il senatore rilancia il modello che ha portato alla sua vittoria in vista delle elezioni regionali: "Se ci si siede ad un tavolo e si trova un nome che unisce, allora si vince" ha commentato Ruotolo. "Il nemico da battere è il candidato di Salvini in Campania – ha sottolineato il senatore – abbiamo creato un fronte attraverso la mia esperienza ora dobbiamo allargarlo".
La scommessa vinta di Sarracino: "Ora i 5 stelle non ci lascino soli"
Se fosse andato tutto male, se Sandro Ruotolo avesse perso le elezioni suppletive, sarebbe stato politicamente fucilato in pubblica piazza diventando probabilmente il segretario provinciale con il mandato più breve della storia del Pd. Invece Marco Sarracino c'ha visto lungo, ha calato la carta dell'alleanza larga, nonostante i malumori e in alcuni casi dei veri e propri schiamazzi che sono giunti sia dal Pd che da altri alleati come Italia Viva, ed ha avuto ragione. Al netto del Vomero e dell'Arenella, in un quadro in cui quasi nessuno si è recato a votare, le preferenze di Napoli Est a Barra, San Giovanni e Ponticelli non possono che portare la firma del Pd. I voti sono sostanzialmente arrivati tutti da queste due zone della città oltre che da San Carlo all'Arena, governata dal presidente Ivo Poggiani di DemA, dove Ruotolo ha raccolto 2600 voti. Male a Scampia, dove pochi giorni prima era iniziato l'abbattimento della Vela verde, dove Ruotolo finisce terzo, così come in tutti i quartieri dell'area nord. Insomma oltre alla scommessa politica della candidatura di Ruotolo, il Pd risulta essere anche la sola forza ancora in grado di spostare qualche voto in città nell'ambito del centro sinistra. Ora si apre il dibattito sulle regionali e sarà sempre il Pd a dare le carte. "Non ci lascino soli al tavolo, diano un segnale a più presto" dice Sarracino riferendosi al Movimento 5 Stelle. La direzione regionale del partito ha dato un mandato ad una delegazione guidata dallo stesso Sarracino per dialogare con i grillini per trovare un candidato unitario. Sul tavolo i nomi di Sergio Costa e più nell'ombra quello del Ministro dello Sport Carmine Spadafora , il momento decisivo per le alleanze in vista delle regionali è qui ed ora. E le alleanze, per ora, da queste parti premiano.
Gaungi vittima dello scontro sulle Regionali: La Lega dà e la Lega toglie
Salvatore Guangi, candidato del centro destra alle suppletive, lo aveva detto pochi giorni prima del voto: "La Lega non mi sostiene, non fa campagna elettorale". E dopo il voto ha rincarato la dose: "Così il centro destra non va lontano". Il consigliere comunale di Forza Italia si è giocato le sue carte, d'altronde con un'affluenza così bassa tutto era possibile. Nel suo quartiere, Piscinola, ha raccolto 2100 voti, alle comunali del 2016 ne aveva presi 1700, a dimostrazione del fatto che il battagliero esponente di Forza Italia ha comunque una macchina organizzativa di tutto rispetto. Ma se possiamo dire che Ruotolo ha vinto da solo la competizione, non possiamo non riconoscere a Guangi di aver ottenuto praticamente da solo un ottimo risultato. Gli oltre 8.000 voti conquistati sono sicuramente un buon bacino da cui partire per le prossime competizioni elettorali. A Guangi – che ha ricevuto poco e niente dall'endorsement di Mara Carfagna – non è andato giù il mancato sostegno di Matteo Salvini che nella sua visita a Napoli lo scorso 18 febbraio, a pochi giorni dalle elezioni suppletive, non ha speso nemmeno una parola per Guangi, non lo ha invitato sul palco e anche quando ha fatto visita alla palestra di Gianni Maddaloni a Scampia, proprio nel collegio elettorale di Guangi, non è apparso in compagnia del candidato. Intorno a Salvini c'erano i deputati Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello, da tempo pezzi forti della Lega in Campania e qualche figura più giovane come Dario Renzullo, ex esponente di Casa Pound e figlio dell'ex consigliere comunale di An Claudio Renzullo. In maniera inequivocabile ha pesato sulle suppletive il dibattito interno al centro destra sulla candidatura a governatore per le prossime elezioni regionali campane. Forza Italia da tempo ha lanciato Stefano Caldoro, ma la Lega, dopo un primo via libera, ha fatto marcia indietro, vuole più rappresentanza al Sud. Senza la Lega di Matteo Salvini il centro destra non ha alcuna possibilità di vincere le elezioni regionali e quello che i leghisti napoletani hanno voluto dimostrare in queste elezioni suppletive è proprio questo. La Lega dà e la Lega toglie.
Non è scontato che i quasi 8 mila voti di differenza tra Ruotolo e Guangi sarebbero potuti essere colmati da un impegno maggiore dei leghisti in campagna elettorale, di certo un attivismo maggiore avrebbe aiutato Guangi a giocarsi la partita. Se quindi nel centro sinistra la partita sulle regionali è ancora aperta tra la ricandidatura di Vincenzo De Luca e la possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle che taglierebbe fuori il governatore uscente, nel campo del centro destra si sta consumando una vera e propria guerra, e Guangi è probabilmente la prima vittima.