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Elogio di Marek Hamsik, calciatore dal volto normale e ambasciatore di Napoli nel mondo

Ora è ufficiale Marek Hamsik va in Cina, ma il calciatore slovacco oltre ad essere una bandiera del Napoli è anche stato in questi dodici anni il simbolo di un calciatore dal volto umano, che si poteva incrociare perfino al supermercato a comprare i pannolini, sempre lontano da polemiche e da rotocalchi. E che sarà per sempre un simbolo, oltre che della Slovacchia, di Napoli nel mondo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Adesso è davvero ufficiale: si è chiusa l'avventura di Marek Hamsik con la maglia del Napoli. Undici anni dopo quel 28 giugno 2007, un lunedì come tanti in cui il Napoli Calcio annunciò l'acquisto del giovane centrocampista slovacco, pagato 5 milioni e mezzo di euro dal Brescia. Già si diceva un gran bene di lui, ma passare dalle Rondinelle (con cui aveva segnato, l'anno prima, anche al Napoli in un successo azzurro per 3-1 al San Paolo) al Napoli era vista come una grande scommessa. Scommessa centrata, dal punto di vista calcistico. Ma che dal punto di vista umano ha assunto quasi i valori della leggenda. I numeri sono tutti per lui: 520 partite in maglia azzurra, 121 reti, una valanga di record individuali con tre trofei vinti. Ma il vero volto di Marek Hamsik, quello che più di tutti ha lasciato il segno nel cuore dei napoletani (e non solo) è la sua incredibile "umanità". Può sembrare un paradosso sottolineare questo aspetto, ma Marek Hamsik è di fatto il calciatore dal volto umano per antonomasia. Tanto che in diversi stadi italiani, ormai, il capitano del Napoli viene ormai regolarmente applaudito, riconosciuto come ultima bandiera di un calcio che non ne ha più, ma anche come uomo sempre lontano dai riflettori.

Marek Hamsik arrivò ragazzino, ma di lui già si diceva che "ha la testa di un trentenne". E Napoli se ne accorse subito, dentro e fuori dal campo. A differenza di altri campioni che hanno vestito la maglia azzurra nello stesso periodo, infatti, il calciatore slovacco non è mai stato sotto i riflettori per fatti di cronaca, mai una voce di gossip, mai una lamentela pubblica. Un vero e proprio signore, adottato da Napoli come un figlio nato solo per caso in Slovacchia, ma nel quale rivivono tutte le storiche caratteristiche partenopee. E che gli stessi slovacchi omaggiano perfino quando arrivano come turisti in città.

Del resto, l'arte di arrangiarsi se la portava dentro fin da piccolo, da quando il padre per poter accettare l'offerta dello Slovan Bratislava per il giovane campioncino, dovette vendersi l'automobile di famiglia per poter racimolare i tremila euro necessari per trasferirsi nella capitale slovacca. Sei mesi dopo era già a Brescia, da sempre un club attentissimo alle giovani promesse. Ed era solo l'inizio della sua storia calcistica. Umanamente, invece, Hamsik è sempre stato visto come il classico "bravo ragazzo" prima e "padre di famiglia" poi, premuroso con moglie e figli, lontano dai riflettori e perfino dalle voci di flirt, come invece accaduto (a volte anche ingiustamente) ad altri calciatori.

Marek Hamsik a segno questa stagione contro la Stella Rossa di Belgrado in Champions League.
Marek Hamsik a segno questa stagione contro la Stella Rossa di Belgrado in Champions League.

I primi tempi a Napoli, non era difficile incontrarlo in un centro commerciale mentre comprava i pannolini per i figli, come un qualunque padre napoletano. Anche per questo, fin dal primo giorno, quel ragazzino dai denti pronunciati e la capigliatura bizzarra è stato preso in simpatia dai napoletani, che hanno rivisto in lui un campione anche di umanità. A luglio 2017, l'artista Jorit lo ha immortalato in uno splendido murales a Quarto, per celebrare un amore ormai sancito tra Marek Hamsik e la città di Napoli. E a quella inaugurazione, volle essere presente anche lui: erano le otto del mattino, poco dopo c'era un allenamento a Castel Volturno (comune che, nel 2018, gli ha concesso anche la cittadinanza onoraria). Ma Hamsik raggiunse il murales, fu accolto dall'affetto dei presenti e dopo le foto di rito tornò ad allenarsi come se nulla fosse. Un amore che non finirà, neanche quando tra qualche giorno calcherà i campi del campionato cinese. Portando un pezzetto di Napoli anche in Estremo Oriente.

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Giuseppe Cozzolino, giornalista, classe 1984. Laureato in Lingue Straniere, lavoro con Fanpage.it dal 2012, attualmente in forza alla redazione di cronaca di Napoli. Videogamer e appassionato di musica, di cani e di storia, soprattutto antica.
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