Una bomba ambientale, da più di venti anni in attesa della bonifica. I rifiuti sono stati spostati e conferiti in discarica e la zona sarebbe ormai inerte, ma le esalazioni raccontano un'altra verità: da decenni sotto l'ex deposito di fitofarmaci Agrimonda c'è ancora qualcosa che ribolle e che continua a inquinare terreni e pozzi. La bonifica completa è ancora lontana, per ora ci sarà soltanto un altro palliativo: un nuovo telo, che dovrà proteggere il sito per evitare che le piogge continuino a portare in profondità i veleni.
La storia comincia nel 1995, quando un incendio distrugge l'azienda di pesticidi e fitofarmaci che si trova in via Pasubio a Lausdomini. È la notte del 18 luglio, sono le 3 del mattino. La nube di fumo, cento metri di altezza, copre il cielo su tutta la zona. L'aria diventa irrespirabile, ad andare a fuoco sono prodotti chimici e l'unico modo per domare le fiamme è coprire tutto con materiale inerte. Gli abitanti sono costretti ad allontanarsi, arrivano i Vigili del Fuoco, l'aria viene circoscritta e vengono piazzati dei teli sulle macerie per evitarne la dispersione. E, dalle indagini, viene fuori che quelle fiamme hanno un'origine dolosa.
La storia dell'ex Agrimonda a Mariglianella
Dopo 23 anni le ceneri sono state rimosse, ma la zona è ancora inquinata: le falde acquifere a 4,5 metri dal piazzale sono state raggiunte dai veleni e dal terreno vengono ancora fuori le esalazioni tossiche. In una ordinanza del Comune di Mariglianella datata 9 maggio 2019 (numero 29) si legge che, in attesa della bonifica, se le esalazioni diventassero insopportabili non si esclude di sgomberare l'area. Nel documento si fa menzione anche degli esiti degli esami ambientali dell'Arpac, che nella relazione conclusiva evidenzia il fatto che la zona risulta ancora inquinata malgrado la rimozione dei rifiuti e che questo determina "l'obbligo di porre in essere misure di messa in sicurezza di emergenza atte ad eliminare il rilascio di esalazioni maleodoranti, verosimilmente dovuto agli stessi fitofarmaci, che con l'aumento di temperatura ambientale, associata alla loro tensione di vapore, tendono a volatilizzare".
Entro i prossimi giorni, agli inizi di giugno, dovrebbe essere installato un nuovo telone, per evitare il dilavamento delle acque meteoriche che trasportano i veleni verso le falde acquifere; la conferma è arrivata il 27 maggio, durante un incontro organizzato da un comitato di residenti del posto a cui hanno preso parte anche Antonio Carpino, sindaco di Marigliano, e Felice di Maiolo, sindaco di Mariglianella.