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Opinioni

La sfida del Comitato 30: “Il Pd a Napoli? È morto, si parla di cose di sei anni fa”

Tommaso Ederoclite è tra gli animatori del Comitato 30, il gruppo di iscritti, dirigenti e simpatizzanti del Partito Democratico di Napoli ‘orfani’ di luoghi di discussione. “Il Pd in città non c’è più, si parla di cose accadute anni fa o di capibastone e tesseramento. Riprenderemo a parlare dei problemi a partire dai quartieri di Napoli in cui il partito era fortissimo e si è dissolto”.
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Da Napoli è partito e a Napoli punta a rimettere al centro della discussione lo stato di salute della città, a partire da quel mondo, oggi praticamente dissolto, che aveva come riferimento l'area del Partito Democratico. È il "Comitato 30", il nome fa esplicito riferimento al 30 aprile, il giorno delle primarie Dem.

Fanpage.it ne parla con uno dei promotori, il ricercatore universitario ed esponente del Partito Democratico Tommaso Ederoclite, amministratore peraltro del gruppo Facebook del Comitato 30.

Ederoclite, ormai le iniziative politiche iniziano dai gruppi Facebook…
No, un momento… Noi siamo nati prima dal vivo e poi approdati ai social network.

Quando?
Siamo nati durante il congresso nazionale Pd, quando, ricorderà, fu detto che per il  Pd a Napoli, bisognava «usare il lanciafiamme». Ecco fu in quella fase che ci incontrammo, iscritti al partito provenienti da diverse aree politiche.

Obiettivo?
Ragionare su Napoli e la sua area metropolitana. Strutturare una serie di idee tematiche per il congresso provinciale in città.

Ecco. Dunque è una corrente che giocherà la sua partita al congresso?
Eh no! Guardi che il Pd nella città di Napoli non c'è più, è morto.

E se è morto non ci si può neanche più accanire. Quindi cui prodest?
Abbiamo avviato la discussione su temi che riguardano la città. Ci vediamo ogni martedì. Siamo militanti, iscritti, dirigenti, tutti ‘bambini perduti' di questo partito che a Napoli non dialogavano più. Stiamo recuperando una conversazione, ci siamo decisi ad avviare una campagna d'ascolto perché molti iscritti e dirigenti ci sollecitano a farlo. Nessuno li ascolta più e nessuno ascolta più i problemi che vogliono denunciare, le questioni di cui vogliono parlare. E sono persone che hanno sempre, sempre, avuto come riferimento il Pd.

Ederoclite, faccia qualche esempio: di che parlate?
Anche degli errori. Noi abbiamo perso nel linguaggio parole come come legalità, capacità di mobilitazione politica. Le abbiamo lasciate agli altri anche se continuiamo attività sui territori. Ora di che si parla? Di tesseramento, di congresso, di capibastone, di componenti. Prenda i centri sociali di Napoli: hanno fatto comunità e oggi impongono la loro agenda politica all'amministrazione De Magistris. La tengono per le palle.

Negli errori c'è anche la gestione delle Comunali 2016?
Lei ricorda la vicenda di ‘Listopoli' (candidati a loro insaputa nelle liste legate al Pd alle Comunali 2016 ndr.). Lì il Pd non doveva insistere su quelle liste, doveva fare un passo indietro subito. Invece no, si è insistito e si è alimentata la rappresentazione di un partito legato al sistema dell'illegalità. Ecco noi con questa roba non abbiamo niente a che fare. Vogliamo parlare di questioni politiche che hanno impatto sulla città. Noi non siamo più usciti dal tunnel delle primarie, quelle del 2011! Sempre gli stessi argomenti nelle riunioni, nelle assemblee, nei congressi. Nell'ultima assemblea provinciale ho sentito Andrea Cozzolino (eurodeputato e candidato a primarie 2011 ndr.) parlare di cose avvenute sei anni fa. Con tutto il rispetto ma vorremmo tornare a parlare con quelle fasce di cittadinanza che hanno sempre avuto rispetto per il partito, guardandolo come riferimento.

Mi dice qualcuno degli argomenti?
Vorremmo parlare del welfare comunale. L'Amministrazione attuale è assolutamente insufficiente nell'assistenza ai disabili e sugli asili nido, ma chi ne parla? E di trasporti, di degrado?  Questi sono temi fondamentali, dovevamo e potevamo andare sotto Palazzo San Giacomo a chieder conto di tutto ciò anziché parlare delle tessere di cui alla gente non frega niente.

E con chi vuole parlare di queste cose?
Con chi vive Napoli, con le associazioni e le cooperative non legate a doppio filo all'Amministrazione ma quelle radicate sul territorio. Iniziamo dal territorio municipale di San Carlo all'Arena, con un gazebo, un amplificatore e voglia di ascoltare e capire. Poi toccherà a Fuorigrotta-Bagnoli. Sono tutte zone in cui il Pd e prima di lui i Ds e il Pds  erano fortissimi e ora sono in crisi. Partiamo da lì.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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