Articolo aggiornato il 30 ottobre. Navigando in questi giorni su Facebook, efficace cartina di tornasole degli umori del sindaco più "social" d'Italia, qualcosa la si intuisce. Fino a ieri Luigi de Magistris era un sindaco sospeso (oggi la sospensione dell'efficacia del provvedimento, ottenuta dal Tar): in questi giorni è stato iperattivo ed girato in lungo e in largo la città e le redazioni dei giornali, nel tentativo di ricreare intorno alla sua figura un entusiasmo ormai spento da tre anni di Amministrazione litigiosa e scialba. Dicevamo, qualcosa la si intuisce, perché le mezze frasi, le parole dette e non dette e le interminabili discussioni sui social network fra "pezzi" della sinistra e di quei movimenti antagonisti che hanno rappresentato il vero motore del successo popolare del candidato de Magistris nel 2011 fanno capire chiaramente che qualcosa bolle in pentola. In soldoni: il sindaco di Napoli, attraverso una serie di incontri miratissimi sta cercando di allargare nuovamente la sua maggioranza in Consiglio comunale, ormai ridotta al lumicino. Obiettivo, tirare avanti, presumibilmente fino alla scadenza naturale del 2016 per poi ripresentarsi candidato, forte di un dato: da quando c'è l'elezione diretta col doppio turno alle Amministrative, a Napoli il primo cittadino ricandidato non ha mai fatto cilecca (i precedenti sono Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, entrambi eletti e rieletti a Palazzo San Giacomo con un consenso maggiore della prima consiliatura).
Il piano de Magistris: rimpasto con Sel e l'area di Sergio D'Angelo
Il rapporto col Partito Democratico è difficile. Un accordo, oggi, è impossibile: il Pd locale vorrebbe chiudere subito i conti con questa Amministrazione e andare subito alle elezioni; quello nazionale, a trazione renziana, si disinteressa di Luigi de Magistris e delle sue "rivoluzioni" ma al tempo stesso è molto interessato alle vicende delle riconversioni di grandi aree ex industriali come Bagnoli e Napoli Est. E "Giggino" sa che in queste condizioni di debolezza non può chiedere aiuto ai Democrat. La sua strategia è diversa. Quello arancione è un cocktail complesso: un terzo di autocritica, due terzi di trattativa. La trattativa è aperta con Sel, il cui consigliere comunale, Ciro Borriello sosterrà l'esecutivo in cambio di un posto in giunta per Sinistra Ecologia e Libertà. Anche in questo caso non mancano le polemiche: Nichi Vendola non vede di buon occhio quest'inciucio ma dovrà probabilmente fare buon viso a cattivo gioco, considerando che un fuoriscito di Sel, Gennaro Migliore, è uno dei papabili candidati sindaco (o più presumibilmente vicesindaco) per la coalizione guidata dal Pd alle prossime Amministrative.
C'è poi la parte più importante: il rientro in campo di Sergio D'Angelo, l'ex assessore al Welfare del Comune, dimessosi nel 2013 per partecipare alle elezioni Politiche con la lista Rivoluzione Civile di Ingroia (ma in realtà già da tempo in dissenso con la prima giunta de Magistris). Il sindaco in questi mesi con pazienza degna di un monaco certosino ha ricucito il rapporto con D'Angelo. Incontri, segnali reciproci e poi, un faccia a faccia nel quale, sostanzialmente, il sindaco di Napoli ha riconosciuto davanti al suo ex assessore di aver sbagliato molte cose e di voler cambiare rotta in questo giro di boa della consiliatura. D'Angelo, oggi a tempo pieno capo del gruppo di imprese sociali Gesco, non vuole rientrare in giunta, ma "ispirerà" – a quanto apprende Fanpage.it – la nomina di due nuovi assessori che verranno scelti nel suo mondo di riferimento, quello sociale e quello dell'impegno per i diritti civili. È chiaro che in questo caso il gruppo Sinistra in movimento in Consiglio comunale (Rinaldi, Russo e Vasquez) non farebbe più opposizione. L'operazione si inscrive in un movimento di uomini più vasto che rappresenterà il vero e proprio rimpasto. In parte il primo cittadino ha già iniziato a dare segnali disponendo (non può farlo ufficialmente visto che non ha il potere di firmare atti) attraverso il facente funzione Tommaso Sodano la rottura dei rapporti con Ugo Mattei, il "vate" dei beni comuni, revocato dal ruolo di presidente dell'azienda risorse idriche Abc (ex Arin) per essere "venuto meno il patto fiduciario".
I movimenti antagonisti avranno un ruolo?
La vittoria dell'outsider de Magistris alle elezioni Amministrative deve molto al ruolo di "pezzi" dei movimenti antagonisti cittadini, dei movimenti di lotta (disoccupati, ex Lsu, militanti no discarica Chiaiano) che l'allora candidato seppe valorizzare ed esaltare. Quell'entusiasmo è andato via via scemando nel corso dei primi anni di governo e ora è pari a zero. De Magistris vuole recuperarlo. In questo senso si inscrivono gli incontri del sindaco con rappresentanti storici di questi movimenti. E presumibilmente si inscrive in tal senso anche la ricerca di una sede per la comunità sostenitrice della Palestina che – apprende Fanpage.it – è stata avviata dall'assessore al Patrimonio Sandro Fucito in alcune strutture di proprietà dell'Ente ai Quartieri Spagnoli. Inevitabilmente nei movimenti antagonisti della città si è aperto un complesso dibattito sull'eventualità di avere o meno un ruolo – seppur assolutamente esterno dunque senza incarichi diretti – in questa "fase due" della giunta comunale. Cosa succederà lo si capirà nei prossimi giorni, di certo c'è che i fedelissimi del sindaco arancione hanno gettato l'amo e capiranno a breve cosa ne verrà indietro. In corso ci sono anche avvicinamenti a tutte quelle realtà "identitarie", ovvero quella parte dell'ex movimento neoborbonico non legata alla destra. L'altra cartina di tornasole, oltre le discussioni sui social network sarà la piazza: il 7 novembre Matteo Renzi verrà a Bagnoli e i pretoriani del sindaco hanno intenzione di riservargli una attenzione piuttosto "movimentata".