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Covid 19

Napoli mascherata: oggi tutti in strada. Tenere le distanze è impossibile. E anche innaturale

Napoli in questo periodo dell’anno è bellissima. Non si può non riabbracciarla. Ma paghiamo un prezzo. Sta nel cosiddetto “distanziamento sociale” che da oggi è ufficialmente impossibile per quanto necessario. Anni di romanticismo, di poesie, di canzoni napoletane, non spariranno all’improvviso. Toccherà spiegare, spiegare e ancora spiegare. Ma non andate dicendo che è normale così, stare lontani e non abbracciati, vicino al mare.
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Napoli è bella, piena di sole, calda. È sabato pomeriggio, il primo in cui l'allarme del Coronavirus sembra un po', appena un po', alle spalle. In regione i decessi si sono ridotti di tanto, idem i contagiati. Lo stesso Vincenzo De Luca, che è ormai il referente politico, insieme al premier Giuseppe Conte, dei cittadini della Campania, ha detto: «Ringraziamo Dio, ne siamo quasi fuori». Fuori non ne siamo, ma è il 9 maggio, Napoli sta tirando il primo respiro lungo da questa dispnea collettiva. Domani, 10 maggio, è la Festa della Mamma: un fiore, un regalo, un ricordo al cimitero o un pensiero affacciati al mare: tutte cose da fare in un solo modo. Muovendosi.

9 ‘e maggio, risuona la canzone di Liberato, nomina sunt consequentia rerum: la città si è davvero liberata. Ma non nel senso che intende qualche politico: Napoli si è sciolta dal lacciuolo della paura, dei Dpcm, delle ordinanze che la tenevano in casa. Si badi bene: questo non è un inno a fregarsene delle cose. È solo cronaca di quanto è successo.

La sceriffeide ha lasciato il campo al tarallo caldo di Mergellina e Santa Lucia, la pizza d'asporto è mangiata in strada, al supermercato non c'è più la fila da bloqueo cubano, si respira aria di normalità a guardare i piedi della gente, che corrono veloci nelle strade o si ntalleano, si soffermano nelle piazze. Vecchi, giovani, bambini: è il 9 maggio 2020 e oggi possiamo fissare davvero la fine della Fase 1 e l'inizio della Fase 2 all'ombra del Vesuvio. Come tutto, questo ha un prezzo.

Napoli oggi 9 maggio. Foto Peppe Pace
Napoli oggi 9 maggio. Foto Peppe Pace

Il prezzo sta nel necessario "distanziamento sociale" che da oggi è ufficialmente impossibile a Napoli. Riempite le tv e i giornali di virologi, di epidemiologi, di infettivologi, abbiamo dimenticato la funzione di sociologi, filosofi, psicologi, urbanisti: la prossemica e la cinesica consolidate nei secoli rendono non praticabile un ordine che è teorico, privo delle implicazioni di spazio e psicologia. Insomma: la geometria della distanza fra persone è fissata sulla carta da qualcuno che non ha pensato ad un approccio multidisciplinare per lo studio di un fenomeno così complesso. Non ci vuole un esperto in equazioni differenziali stocastiche per capirlo. Basta andare in via dei Tribunali, al Lungomare Caracciolo, in piazza Garibaldi.

Napoli oggi 9 maggio. Foto Peppe Pace
Napoli oggi 9 maggio. Foto Peppe Pace

"Distanziamento sociale, che fare?" potrebbe essere il titolo di un inutile convegno e invece è un fatto serio. Oggi che il nostro sogno è  R0 “erre con zero”, ovvero un tasso di contagiosità da Covid-19 nullo, o decidiamo di aspettare le due settimane (18 maggio) al termine delle quali si stabilirà se l'allentamento delle misure di contenimento non è letale oppure ci struggiamo e litighiamo, l'uno capataz dell'altro, tutti novelli agenti della Stasi partenopea che denunciano a mezzo Facebook con video e immagini l'orrore delle distanze accorciate. Oppure una via di mezzo: stiamo più attenti. Tutti. E nessuno si sente più furbo degli altri. Certo è un bel cambiamento per quei napoletani che volevano volare abbracciati "come angeli con un'ala soltanto" per dirla alla Luciano De Crescenzo. Sapete, la paura ha fatto tanto e continua a far tanto, in parte è giusto così: è il nostro primo anticorpo al pericolo del virus. Ma più che regole occorre coscienza, occorre consapevolezza del rischio di distanze così corte.

Non ci illudiamo: è difficile che l'assembramento cessi cosìFatte alla, fatti a lato lo si dice a qualcuno che non si vuole tenere avanti; viene ‘cca' , invece, è l'esatto contrario. Anni di romanticismo, di poesie, di canzoni napoletane, non spariranno all'improvviso. Toccherà spiegare, spiegare e ancora spiegare. E poi non andate dicendo che è normale stare lontani e non abbracciarsi, vicino al mare.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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