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Né con Roberto Saviano né con questo Pd a Napoli e in Campania

Lo scambio tra il renziano Tommaso Ederoclite e lo scrittore Roberto Saviano evidenzia due debolezze. Le argomentazioni dell’autore di Gomorra che ormai da 10 anni scrive che siamo tutti spacciati (ma Napoli esiste ancora…) e quelle dell’esponente Pd, tra l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione.
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Ho letto il botta e risposta a mezzo Facebook tra Tommaso Ederoclite, componente  della segreteria del Partito Democratico di Napoli e lo scrittore Roberto Saviano, a proposito delle vicende giudiziarie che associano figure di vertice del Pd locale (nella fattispecie il presidente del Pd Campania Stefano Graziano) al controllo di appalti e territorio del clan dei Casalesi. Qualche mese fa, sull'onda della ‘petaloso mania‘, ho chiesto all'Accademia della Crusca di passarmi il termine Savianoso per individuare lo schema tipico di un editoriale del Nostro: «Al Sud è tutto morto, tutto finito, tutto fallito / Non si salva nessuno / Vi indico però la strada della redenzione parlando da un altare laico». Ederoclite ha sicuramente ragione da questo punto di vista: da quanto tempo Saviano non mette il naso nelle cose di cui scrive? Capisco la necessità di un distacco ma Napoli non si può analizzare col cannocchiale. La si distorce.

Il problema è la successiva analisi del renziano partenopeo. Quando, nella sua lettera aperta, come in una pubblicità dell'otto per mille alla Chiesa Cattolica, Ederoclite fa a Roberto Saviano un elenco di nomi e cognomi di giovani amministratori locali e dirigenti del Pd regionale a testimonianza di «quanto di buono c'è» e di quanti non si sono arresi alle mafie.

Il problema è che tutte queste persone vengono semplicemente tenute ai margini del partito in Campania.
E, purtroppo per lui, Ederoclite è egli stesso dimostrazione lampante di quest'atteggiamento: è o non è lui il giovane studioso impegnato in politica e nel racconto di un nuovo Pd napoletano "imbrigliato" in una segreteria di partito fra le peggiori d'Italia per capacità di innovazione e di proposta? Dove il Partito Democratico ha scommesso su lui? In una candidatura? In un incarico? In un ruolo di responsabilità?

Per ora – caro Tommaso – seppur obtorto collo, sei nello stesso partito che qui ha tirato la volata ai signori delle tessere che hanno insabbiato un clamoroso disastro – quello delle primarie per il sindaco di Napoli – macchiate da clamorose anomalie. Lascio stare la vicenda Graziano perché non è giusto condannare chi è solo indagato. Ma oggettivamente che peso hanno quelli che come dici tu «non si sono arresi»? E quanto potranno – potrete – resistere ancora, nel sistema Dem che non vi valorizza, né vi ascolta? L'ottimismo della volontà, stavolta, è davvero il pessimismo della ragione.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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