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Non si salva nessuno: è il solito, Savianoso, commento su Napoli

Il commento Savianoso su Napoli, sempre a ridosso di una elezione o di una guerra di camorra, sempre intriso dell’idea che non si salvi nessuno. E tu, ti salvi?
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Chiediamo all'Accademia della Crusca di guardare oltre il petaloso. Vogliamo nei dizionari la parola Savianoso. Che definisce ogni commento (quando glieli chiedono e di solito è Repubblica a farlo) sullo stile di Roberto Saviano. Quello dello scrittore di Gomorra è un format che ormai funziona come l'omonima fiction su Sky: prendi Napoli, trattala male e lascia che il commento cada in un periodo particolare (elezioni, primarie, guerra di camorra, omicidio eccellente, maxi inchiesta).

Il commento Savianoso in cosa si sostanzia? Anzitutto in una deresponsabilizzante scrollata di spalle («Io non vivo più a Napoli, non voto più a Napoli, chiedete a altri di Napoli»). Successivamente, in un impeto di generosità verso il lettore, lo Scrittore si produce in una analisi piuttosto raffinata e sottile. Cioè che fanno schifo tutti e non si salva nessuno. Prendendo a prestito una frase dello scrittore Matteo Pascoletti: «Ci sedemmo dalla parte del torto perché faceva più engagement». E fin qui è tutta cosa nota

Cosa succede, poi? The Roberto situation prevede che il commento, lasciato alle discussioni degli uomini a mezzo social venga rilanciato, analizzato e ri-commentato. Il Nostro si trova dunque nella straordinaria situazione che se gli dà ragione va tutto bene. Se viceversa si cerca di differenziarsi, di andare più a fondo (in questo caso basterebbe grattare con un'unghia) si diventa automaticamente negazionisti d'una situazione che «come fai a non vedere, è sotto gli occhi di tutti».

Del resto nel commento Savianoso, si gioca facile: il Partito Democratico alle Elezioni Comunali di Napoli non rinnova. Luigi de Magistris ha fallito. Il Movimento 5 Stelle non è affidabile. Ergo: non si salva nessuno.

Cantava Joe Sarnataro, camuffamento blues di Edoardo Bennato, negli anni di Tangentopoli (1992):

«Chille ca parlano ‘e giustizia, chille ca se ne lavano ‘e mano,
chille ca fanno ‘e fatture, chille ca nun sgarrano mai,
Nun se salva nisciuno, nisciuno nisciuno, int' ‘a
‘sta città nun se salva nisciuno!…
»

Pochi ricordano che nel video a un certo punto anche a lui facevano la domanda:
«E tu?»
E lui rispondeva: «Eh manc'je, nisciuno!»

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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