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Noemi ferita dalla camorra a Napoli

Noemi, iniziato il processo. I genitori: ‘Nostra figlia lotta per stare bene’

È iniziato oggi il processo che vede imputati i fratelli Del Re per il ferimento della piccola Noemi, lo scorso maggio a piazza Nazionale, in pieno giorno, durante una sparatoria. I genitori della piccola per la prima volta hanno visto i due uomini, anche se in video – conferenza. Lottano per avere giustizia, ma anche perché Noemi possa tornare a vivere la sua vita, come tutti gli altri bambini.
A cura di Gaia Martignetti
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Mattarella con la piccola Noemi. (Foto / Quirinale)
Mattarella con la piccola Noemi. (Foto / Quirinale)
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Quei 50 giorni in cui Noemi ha dovuto lottare in un ospedale, insieme alla sua mamma e al suo papà, per tornare a  giocare a casa, Fabio Staiano non li ha dimenticati. E neanche sua moglie Tania Esposito, perché nessuno potrà restituirglieli. Ma nel giorno in cui comincia il processo per ottenere giustizia c'è spazio solo per un sentimento: fiducia nei magistrati e nella giustizia. Noemi lo scorso 3 maggio è stata ferita in un agguato con un proiettile a piazza Nazionale, in pieno giorno, durante una sparatoria. Uno scenario da far west che non è facile da spiegare a una bimba di 4 anni. Ma papà Fabio e mamma Tania le stanno vicino ogni giorno.

Oggi,  per loro, è stato un giorno difficile, perché hanno visto per la prima volta i volti dei fratelli Del Re, che dovranno affrontare il processo che li vede  imputati per il ferimento della piccola. Secondo l'accusa Armando Del Re sparò tra la folla, davanti a un bar per colpire il loro reale obiettivo: Salvatore Nurcaro. Antonio Del Re invece è accusato di aver fornito supporto logistico al fratello. "Vedere per la prima volta i loro volti non è stato semplice, sapendo quello che è successo e che sta passando Noemi", raccontano i genitori a Fanpage.it. In aula il gip Vincenzo Caputo ha accolto la richiesta dei fratelli Del Re di essere processati con il rito abbreviato.  I due imputati non erano presenti in aula, quindi, la famiglia Staiano, ha potuto vederli in videoconferenza. Accanto a loro c'era l'avvocato Vincenza Rando, vicepresidente dell'Associazione Libera, ma anche il Comune di Napoli che si è costituito parte civile nel processo.

"Siamo molto fiduciosi. La giustizia farà il suo corso. Non ci sentiamo soli, C'è Libera con noi, la Fondazione Polis, il Comune, la stessa Regione Campania, i dottori e la direttrice del Santobono, per noi è una seconda famiglia". La prossima udienza è fissata per il 19 marzo, ma nel frattempo la piccola Noemi continua la sua lotta per tornare alla normalità. Costantemente accudita da mamma Tania e papà Fabio, non è ancora in grado di poter abbandonare il corsetto che è costretta a portare tutto il giorno. Ma nonostante le difficoltà sta costruendo il suo futuro, grazie a una maestra che l'aiuta a studiare, anche se a casa. Comincia a porsi delle domande, raccontano Fabio e Tania: "Si sta iniziando a stancare del corsetto, comincia a chiedere quando potrà toglierlo e si domanda perché tutto questo sia successo a lei. Sta cominciando a capire,  vede altri bimbi e si chiede perché porti solo lei un busto". Mentre i genitori e i nonni continueranno a chiedere giustizia, dovranno anche accompagnare la piccola in un delicato percorso di riabilitazione. Il 31 marzo farà una nuova visita a Bologna, al Rizzoli, sperando di poter evitare quanti più interventi chirurgici è possibile. Accompagnata da una famiglia che non la lascia sola neanche un minuto. Consapevoli che questa è una battaglia di tutta la città, di tutte le persone perbene, come racconta la famiglia Staiano. "Non è giusto che chi scende a prendere un caffè o a giocare debba trovarsi in questa situazione. Lo dobbiamo alle persone civili che fanno tanti sacrifici durante la loro vita. Non dovrà accadere mai più".

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