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Non ci voleva il coronavirus per scoprire Il morbo delle carceri: il sovraffollamento

La Campania ospita il 12% dei detenuti dell’universo carcerario italiano, con un sovraffollamento medio del 20%: 7468 detenuti contro una capienza di 6148 posti. Da qui, il timore della diffusione del virus dietro le sbarre che ha portato alle rivolte di ieri, per chiedere il ripristino dei colloqui e provvedimenti per ridurre il rischio contagio.
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Quella notte, nelle celle di Poggioreale, erano rinchiuse 1900 persone. Duemila se contiamo anche gli agenti di custodia. Quando tutto iniziò a tremare, quando al sinistro scricchiolio della pietra si aggiunse il clangore delle porte di ferro, il carcere più antico e affollato d’Europa diventò una polveriera e, nel giro di poco, esplose: il terrore dei reclusi fece molto, la camorra aggiunse il resto. La conta si chiuse con tre morti, sette feriti, trasferimenti in massa: di chi aveva soffiato sul fuoco e di chi aveva solo avuto paura. Era il 23 novembre del 1980, quando la terrà tremò e tutto si trasformò in un prima e in un dopo. Come l’11 settembre. Come l’emergenza sanitaria di queste settimane. Questa volta il fronte non è solo Poggioreale ma l’intero universo carcerario italiano: tra 60/63 mila reclusi in condizioni precarie, quindicimila dei quali (stima contenuta in un report del Dap del 2018) ormai a fine pena e quindi nelle condizioni di poter chiedere la liberazione anticipata, i domiciliari, l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Il 12 per cento dell’universo carcerario italiano si trova in Campania. Sono 7468 (dati del ministero della Giustizia al 31 gennaio 2020) i detenuti nei quindici istituti penitenziari della regione, compresi il femminile di Pozzuoli e l’Icam di Lauro, la struttura che ospita le detenute madri. La capienza regolamentare è di 6148 posti, il sovraffollamento medio è del 20 per cento, in linea con il resto del Paese.

Nel carcere più grande e importante, il “Salvia” di Napoli-Poggioreale, i detenuti sono 2151, cinquecento in più della capienza regolamentare e duecento in più della tragica notte del terremoto. A Secondigliano sono quasi 1500, la capienza è di 1020 posti. A Pozzuoli il sovraffollamento è del 50 per cento: 154 detenute, 109 posti.

Non sta meglio Benevento: 261 posti, 420 detenuti. In provincia di Caserta in regola Carinola, con 557 posti e 427 detenuti, e il padiglione psichiatrico: 272 posti, 192 detenuti. Per il resto: ad Arienzo 58 posti e 76 detenuti, a Santa Maria Capua Vetere (carcere la cui vicinanza all’impianto di smaltimento dei rifiuti e la mancanza di acqua comporta sistematiche condanne della Cedu) 818 posti e 986 detenuti.

A Salerno, su 394 posti regolamentari ci sono 544 detenuti. Nel piccolo istituto di Vallo della Lucania i reclusi sono 55, i posti 40. A Eboli, 54 posti, 36   detenuti. Più contenuti in disagi in provincia di Avellino: 902 posti suddivisi tra Ariano Irpino, Avellino e Sant’Angelo dei Lombardi, 998 i reclusi. L’Icam di Lauro, come detto riservato alle detenute con figli piccoli, solo 6 le ospiti a fronte di una capienza di 35 posti.

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Rosaria Capacchione, giornalista. Il suo lavoro di cronista giudiziaria e le inchieste sul clan dei Casalesi le sono costate minacce a causa delle quali è costretta a vivere sotto scorta. È stata senatrice della Repubblica e componente della Commissione parlamentare antimafia.
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