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Opinioni

Omicidio di Gaetano Marino: il giorno in cui nacquero i Laudicino, il clan fantasma

Il clan fantasma di don Santino Laudicino, a battesimo quando uccidono un uomo della famiglia malavitosa Moccia a Nettuno e quando massacrano il boss di Secondigliano Gaetano Marino a Terracina. Sullo sfondo, le indagini sul traffico di droga a Roma e il racket dell’ortofrutta tra la Sicilia e il Mof di Fondi.
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Il giorno in cui nasce il clan Laudicino, il clan fantasma smascherato da Fanpage.it, è un giorno come tanti, senza infamia e senza lode. Sui giornali imperversa il meteo, con le temperatura in crescita costante. E pure la cronaca nera sembra trascinarsi stancamente verso la chiusura estiva e le vacanze. Una notizia attira l’attenzione: “Camorra food”. È il servizio firmato da Roberto Saviano che anticipa di un mese il rapporto annuale di Legambiente. E parla degli interessi della mafia campana nel settore agroalimentare: dal produttore al consumatore, dalla materia prima alla ristorazione. Altro titolo di giornata è l’ordine di custodia in carcere per Pasquale Zagaria, fratello del capo dei Casalesi arrestato sette mesi prima, e un grossista di mangimi, Mario Polisi. Gli atti d’inchiesta parlano dei retroscena per l’acquisto delle cave di Chiaiano che furono trasformate in orrida discarica.

Il 23 luglio del 2012, alle ore 11.23, l’utente contrassegnato dall’indirizzo IP 93.45.94.164 interviene sulla pagina Wikipedia dedicata al clan dei Casamonica e aggiunge il nome “Laudicino” agli affiliati alla banda romana. Diciotto minuti dopo ripete l’operazione nella scheda sul clan dei Casalesi falsificando l’elenco degli arrestati il 27 gennaio dello stesso anno in un’operazione contro il gruppo Schiavone e la famiglia Riina. Ed ecco comparire, accanto a Nicola Schiavone e Gaetano Riina, uno sconosciuto Gennaro Laudicino. È l’indagine sul monopolio mafioso-camorristico nel settore dei trasporti dalla Sicilia al mercato ortofrutticolo di Fondi.

Il 24 luglio, alle 17.30 a Nettuno, viene ucciso Modestino Pellino, esponente del clan Moccia di Afragola, l’uomo che gestiva il traffico i droga tra Caivano e il litorale romano. Un mese dopo, a Terracina, l’omicidio di Gaetano Marino, marito di Tina Rispoli, l’ormai famosissima compagna del neomelodico Tony Colombo. I tre fatti sono solo apparentemente scollegati: in prima battuta, infatti, gli investigatori mettono in collegamento gli agguati di Nettuno e di Terracina. Tre anni e mezzo dopo, a febbraio del 2016, si chiude l’inchiesta della Dda di Roma battezzata Poseidone-Passion fruit. Indagine nata, spiegano in conferenza stampa, dopo l'omicidio di Modestino Pellino. Vengono arrestati Luigi Moccia, il figlio Gennaro, un cugino pure a nome Gennaro ma chiamato Roberto. E sequestrati numerosi negozi di alimentari, supermercati, e botteghe di frutta e verdura.

L’8 agosto del 2019 i giornali riportano solo due notizie di nera di un certo rilievo: la ricostruzione dell’omicidio, avvenuto il giorno prima a Roma, dell’ultras della Lazio Fabrizio Piscitelli; la confisca delle società di trasporto della famiglia Ercolano-Santapaola, che controllavano assieme ai Casalesi del gruppo Zagaria una frazione rilevante dei conferimenti al mercato i Fondi. Ancora una volta frutta e verdura. Quel giorno si registra il picco massimo (128) di visualizzazione della pagina Wikipedia dedicata a Santino Laudicino, inaugurata appena due settimane prima. E una punta di oltre 1800 contatti su quella del Clan dei Casalesi: il quadruplo della media.

E il nostro ineffabile don Santino? Lui di ortaggi non si occupava, preferiva il traffico internazionale i cocaina (così suggerivano le indicazioni nella scheda ormai soppressa dagli admin dell’enciclopedia della rete.) E in fondo era arrivato a Wikipedia da un’altra strada e in un un altro tempo. Lo aveva introdotto nella realtà virtuale, a giugno del 2014, un tal El Sol Caliente, nickname che rimanda a un negozio di abbigliamento a Fortaleza, in Brasile, o a una società di eventi con sede a Latina. Era durato, tra una cancellazione e l’altra, appena sei mesi ma senza avere il privilegio della pagina personale. Quando è tornato in scena, il 6 luglio di quest’anno, era di nuovo finito in un elenco. Poi la promozione e il racconto della sua misteriosa carriera.
Se è uno scherzo o un gioco di ruolo è davvero un bel rompicapo.

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Rosaria Capacchione, giornalista. Il suo lavoro di cronista giudiziaria e le inchieste sul clan dei Casalesi le sono costate minacce a causa delle quali è costretta a vivere sotto scorta. È stata senatrice della Repubblica e componente della Commissione parlamentare antimafia.
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