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Covid 19

La polemica sul farmaco utile (forse) per curare il Coronavirus è una follia. Punto.

Sarà solo il tempo a dirci se il Tocilizumab potrà davvero essere un valido farmaco nella cura al Coronavirus. Nel frattempo ogni polemica all’italiana sulla primogenitura della sperimentazione è ridicola, da Napoli come da Milano. Tocca fare il tifo solo per la ricerca e per il metodo scientifico, unico strumento per raggiungere una conoscenza oggettiva e affidabile su questo male.
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C'è un farmaco che si chiama Tocilizumab (il nome commerciale è RoActemra), prodotto dalla multinazionale svizzera Roche, usato contro l'artrite reumatoide e che forse potrebbe dare buoni risultati (su alcuni pazienti è andata bene) per il quel mostro che risponde al nome di polmonite interstiziale, uno dei regali del Covid-19 a ne è affetto. A Napoli e a Milano (ma pure a Roma e pure in altri posti d'Italia) il farmaco è stato usato per il Coronavirus. E fin qui un plauso a chi, piano piano, cerca di mettere mattocini per creare un muro contro questo mostro.

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In un mondo di reality e show ci vuole entro 2 ore il lieto fine. Quindi ora tutti vogliono, come in un film americano, il vaccino immediato contro il Covid-19. Ma nella ricerca tra il dire e il fare c'è il metodo scientifico di mezzo. Cos'è il metodo scientifico o sperimentale? È quella cosa che ti impedisce di prendere Vitamina C per curare il Coronavirus, applicaare il metodo Stamina per curare la sclerosi mutipla o il metodo Di Bella per guarire il cancro. Dunque occorrerà attendere, per quanto tutti vorrebbero qui e ora una cura efficace il coronavirus.

Quindi: sperimentare. E diventare capofila della sperimentazione così cruciale per il mondo. In questo contesto nasce il dissidio (a mezzo stampa, tv, giornali) tra Napoli e Milano, fra le terapie innovative dell'Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli e l'Infettivologia dell'Ospedale Sacco di Milano. Tifare, tifare ovunque: chi ha iniziato per prima a provare questo farmaco? Milano o Napoli? E per noi cosa cambia? Niente, assolutamente niente.

La polemica territoriale sulla possibile utilità del Tocilizumab, per la cura al Coronavirus è di quanto più provinciale, triste e dannoso ci possa essere ora. Sia per chi sul web manifesta il "furto" al popolo napoletano di una idea (purtroppo ho letto anche questo…) sia per l'altra parte dell'imbecillità, quella che parla dei "napoletani soliti furbi".

Se il farmaco della multinazionale svizzera potrà servire o meno lo capiremo col tempo (ahinoi). Tocca oggi fare il tifo per tutti. Soprattutto per l'unica cosa che ci salverà la vita: il metodo scientifico. Che è lungo nei tempi e a cui poco importa delle nostre sofferenze di oggi. Ma grazie a questo metodo l'umanità ha debellato cosette come peste, vaiolo, morbillo, influenza spagnola e altre cose del genere. Se vi par poco.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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