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Ragazzina abusata da un prete, anche il Riesame dice no ai domiciliari per don Mottola

Respinta anche dai giudici del Tribunale del Riesame la richiesta dei domiciliari per don Michele Mottola, il parroco accusato di abusi sessuali su una bambina di 12 anni. Già il giudice per le indagini preliminari aveva detto di no pochi giorni fa: resta dunque detenuto nel carcere di Secondigliano.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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don Michele Mottola
don Michele Mottola

Respinta la richiesta dei domiciliari per don Michele Mottola, il parroco di Trentola Ducenta arrestato con l'accusa di abusi sessuali su una bambina di dodici anni che frequentava la sua parrocchia. Dopo il primo no ricevuto dal giudice per le indagini preliminari, ora anche quelli del Riesame hanno respinto la richiesta avanzata dal suo legale, l'avvocato Antimo D'Alterio, di una misura cautelare ai domiciliari per il proprio assistito, attualmente detenuto nel carcere napoletano di Secondigliano.

Rigettata dunque la richiesta della difesa dell'uomo, che aveva ammesso le proprie responsabilità poco dopo l'arresto affidandosi alla giustizia "umana e divina". La sua vicenda ha fatto molto scalpore, e del suo caso si sono occupate anche diverse trasmissioni televisive. Già dieci giorni prima dell'arresto, il parroco venne aggredito dal padre della dodicenne presunta vittima degli abusi sessuali. Lo aveva reso noto l'avvocato di don Michele Mottola: il padre della piccola lo aveva inseguito sull'Asse Mediano, speronandolo con la propria automobile per poi aggredirlo fisicamente, mandandolo anche in ospedale per le percosse subite. Solo l'intervento di due motociclisti evitò il peggio per il parroco. Dieci giorni dopo l'aggressione, avvenne l'arresto. Don Michele Mottola aveva poi ammesso le proprie responsabilità di fronte al giudice per le indagini preliminari Santoro. A maggio, il vescovo lo aveva già sospeso dal servizio, dopo che già a lui don Mottola aveva ammesso le proprie colpe. Dopo l'arresto dello scorso 8 novembre, per lui era arrivata anche la sospensione da parte dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, al quale era iscritto come pubblicista.

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