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Rate a Natale, Pasqua e Ferragosto: racket da capogiro dietro gli scontri ai Tribunali

Tra gli imprenditori taglieggiati anche la pizzeria Di Matteo: l’ultima estorsione il 4 marzo scorso, quando a chiedere soldi si presentò Vincenzo Sibillo, il padre dei baby boss Emanuele e Pasquale. Dalle indagini emerge il prezzo che tutti dovevano pagare: 2.500 euro a Pasqua e Ferragosto, 5.000 euro a Natale.
A cura di Nico Falco
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Uno dei fori nella saracinesca della pizzeria Di Matteo dopo gli spari della scorsa notte.
Uno dei fori nella saracinesca della pizzeria Di Matteo dopo gli spari della scorsa notte.

Cinquemila euro a Natale, 2.500 euro ad agosto e ad aprile. Un giro di soldi enorme, gestito da anni dai Sibillo e su cui volevano mettere le mani anche i Mazzarella. Gira intorno al racket alle pizzerie, e agli altri esercizi commerciali, la faida aperta tra i gruppi legati alla paranza dei bambini, con alle spalle i Contini, e quelli composti da quel che resta dei Buonerba, che invece sono spalleggiati dai Mazzarella. Le somme e lo scenario vengono fuori dalle ordinanze che, con l'operazione della Squadra Mobile di Napoli, hanno sgominato il clan Sibillo.

Dalle indagini, che cristallizzano la situazione fino a poche settimane fa, è emerso che anche la pizzeria Di Matteo, così come altre della zona, era costretta a versare denaro al clan per timore di ritorsioni. L'episodio di fine febbraio, quando spararono contro la saracinesca della storica pizzeria di via dei Tribunali, non è tra quelli contestati e gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza anche sulla bomba carta esplosa davanti alla pizzeria Sorbillo, ma anche queste due vicende, seppur non oggetto di ordinanza, si inquadrerebbero in quegli scontri.

L'ultima estorsione a Di Matteo, hanno ricostruito i carabinieri, risale al 4 marzo, quando a chiedere soldi si presentò direttamente Vincenzo Sibillo, padre di Emanuele, ucciso il 2 luglio 2015, e Pasquale Sibillo, arrestato da latitante nel novembre dello stesso anno. L'uomo avrebbe preteso 1.500 euro di pizzo, come anticipo di quanto ogni settimana i proprietari della pizzeria erano costretti a pagare.

Nel blitz di oggi, 9 marzo, sono finiti in carcere i 4 esattori, tra i quali il boss, che ogni settimana ritiravano 100 euro e poi riscuotevano le rate di Pasqua, Natale e Ferragosto.

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