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Opinioni

Se Greta Thunberg vivesse a Napoli

Se Greta Thunberg vivesse a Napoli si chiederebbe tante cose. Che riguarderebbero la nostra forza nel pretendere una città pulita e con una raccolta differenziata degna di una metropoli europea, un ciclo di smaltimento dei rifiuti trasparente, chiarezza definitiva su quella fetta di territorio che chiamiamo ormai da troppo tempo “Terra dei fuochi”.
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Se Greta Thunberg vivesse a Napoli si chiederebbe tante cose. Probabilmente si chiederebbe come mai, nel 2019 (quasi 2020) una città dell'Europa Occidentale ancora non sa fare la raccolta differenziata (meno del 40%).

Greta Thunberg a Napoli si e ci chiederebbe: ma veramente mandiamo la munnezza all'estero con le navi? Veramente non c'è a Napoli un impianto di compostaggio per la frazione umida e va mandata fuori città? Veramente in ogni strada ci sono  in strada quintali di frigoriferi, lavatrici, scaldabagni, televisori, batterie buttati così, nottetempo, di nascosto?

Greta a Napoli, tra una polemica e l'altra, ci farebbe notare che quello lì, in fondo, è bello ma è un vulcano. E le case sotto? Non è pericoloso? Non c'entra con il clima, no? Ma con lo scempio ambientale edilizio sì. E ripeterebbe: ma non è pericoloso?

Se Greta Thunberg vivesse a Napoli bisognerebbe prenderla sotto il braccio e raccontarle piano piano, per via dei suoi 16 anni, che qui vicino, in una serie di quartieri e città limitrofe che noi ormai chiamiamo Terra dei fuochi,  sono stati sversati rifiuti tossici in aree verdi. Che dove si coltivavano ortaggi o dove pascolavano le mucche mani criminali hanno inquinato la terra, l'acqua. E pure l'aria. Bisognerebbe confessarle che molti sapevano, li ci vivevano e sono stati zitti.

Se Greta Thunberg vivesse a Napoli avrebbe già partecipato col suo "Skolstrejk för klimatet" a decine di manifestazioni "Stop Biocidio". A Caivano, Afragola, Arzano, Aversa, Cardito, Casapesenna, Frattamaggiore, Giugliano, Marano, Melito, Mugnano, Sant'Antimo, San Sebastiano al Vesuvio. E ancora, Acerra, Pollena Trocchia, Volla, Somma Vesuviana. Sono anni che si scende in piazza contro le discariche legali o abusive, contro le ecoballe, contro gli impianti di stoccaggio, contro i roghi tossici.  Se Greta Thunberg vivesse a Napoli lo saprebbe, ma non importa. Lei non c'è qui, ma ci sono tanti altri ragazzi come lei. Anche se non è dimostrato un ‘nesso di causalità' fra zone avvelenate dai rifiuti e cancro, ogni famiglia nella cintura a Nord di Napoli fino al Casertano conosce i protocolli oncologici meglio dei medici. Perché ci è passata o perché un familiare è morto di tumore.  Che stranezza.

Se Greta Thunberg vivesse a Napoli impazzirebbe nel vedere una terra così bella e martoriata, uguale forse a tante altre zone del mondo in cui l'uomo sta distruggendo ciò che gli garantisce la vita. Lei non c'è, ma ci sono i ragazzi che ieri in corteo a Napoli hanno ribadito istanze nobili e importanti. Contraddizioni ce ne sono quante ne volete, ma chi si impegna solo a criticarli è probabilmente parte di quel sistema che ha ridotto Napoli un cencio.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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