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Opinioni

Sindaco-boss (per finta) contro chi sporca: polemiche per spot proiettato nelle scuole

Il sindaco è il mandante di due energumeni che minacciano chi sporca la città: è la trama di un video girato col patrocinio del Comune di Santa Maria Capua Vetere e proiettato nelle scuole della città in provincia di Caserta. Piovono polemiche: “Non è così che si educa al rispetto e alla legalità”. E il primo cittadino è costretto a fare dietrofront: “Lo rimuoveremo da Facebook”.
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Un fotogramma del video
Un fotogramma del video

Lo spot, secondo le migliori intenzioni di partenza, sarebbe dovuto essere di "sensibilizzazione". Obiettivo: formare cittadini "modello", per una "città migliore". Ma il risultato ha lasciato interdetti molti.  Già, perché quel che si vede nel cortometraggio "Cittadino modello", pubblicato sui canali istituzionali del comune di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è quanto meno opinabile e di sicuro è quanto di più lontano dall'educazione al rispetto del prossimo. Trama: due giovanotti, ‘agghindati' come le migliori comparse di Gomorra, tengono immobilizzato un uomo al quale contestano, a mo' di interrogatorio criminale, vari episodi di degrado della città, dal sacchetto fuori posto ad bisognino del cane non raccolto. Spoiler del finale: il mandante chi è? Ma il sindaco di Santa Maria in persona, Antonio Mirra che avalla il tutto, regalando un autorevole cameo al filmato, prodotto dalla dalla Onlus ‘Ciò che vedo in città' con il patrocinio del Comune. Il video è stato proiettato nelle scuole, inserito nell’ambito della seconda edizione di una manifestazione dedicata agli studenti degli istituti comprensivi della città. E i cittadini più attenti hanno iniziato a lamentarsi sui social: «Possibile mostrare atti di minacce e bullismo facendoli passare per il comportamento dei cittadini-modello?».

Santa Maria Capua Vetere, per gli ‘amici' SMCV, è un territorio che di camorra e infiltrazioni camorristiche sa, eccome. Solo per citare alcuni episodi: l'ex sindaco sammaritano imputato per corruzione aggravata dal metodo mafioso insieme a imprenditori e funzionari  e le riconosciute e documentate infiltrazioni del clan dei Casalesi scoperte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Logico che qualcuno si chiedesse se per educare alla cultura della legalità non si dovessero scegliere altre strade narrative.

Le proteste così si sono moltiplicate e alla fine il sindaco si è arreso: «Se tutto questo ha offeso qualcuno – ha scritto su Facebook – se qualcuno si è sentito toccato nella sua sensibilità, considerato che questa è la pagina della città e che tutti si devono sentire rispettati da questa comunicazione istituzionale, oggi stesso ne disporremo la rimozione. Chi vorrà vederlo potrà utilizzare altri canali; per quanto mi riguarda se parlarne tanto servirà a limitare quei comportamenti che sono in contrasto con il vivere civile, pur non condividendo assolutamente le espressioni utilizzate, ben venga anche questa discussione».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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