Un guardaspalle col mitra difendeva la casa del figlio del boss Di Lauro
Il ragazzo è appoggiato al muro dell'edificio, tiene gli occhi sulla strada. Tra le sue mani compare un'arma. Troppo grande per essere una pistola, è un'arma automatica, una mitraglietta. La maneggia tranquillo, infila il caricatore, lo sfila e lo inserisce di nuovo e scarrella per far salire il colpo in canna. Senza preoccuparsi di essere visto. Anzi, è meglio che quell'arma la vedano tutti, cosicché nessuno possa far venire strade idee: quel palazzo è off limits, nessuno ci deve entrare e, se non strettamente necessario, manco si deve avvicinare.
Lì ci abita Salvatore di Lauro, quello che nelle intercettazioni chiamano "Terremoto". È uno dei figli di Paolo Di Lauro, all'anagrafe di camorra Ciruzzo il Milionario. Ed il fratello di Marco Di Lauro, quel fantasma che è rimasto latitante per quasi 15 anni e che è stato arrestato il 2 marzo scorso nel quartiere Marianella in una operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Il guardaspalle armato è Salvatore Aldo, uno degli arrestati. Il video che lo riprende, girato dai carabinieri del Ros, è tra gli elementi che hanno portato all'esecuzione, oggi, 20 giugno, dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 15 persone, tra capi e gregari, ritenuti affiliati al clan Di Lauro e a quello della Vanella Grassi. I militari hanno ricostruito l'organigramma attuale e l'evoluzione del ruolo di Marco Di Lauro nel periodo in cui era latitante, oltre all'apparato militare del clan e al sistema di riciclaggio dei soldi provenienti dalle attività illegali.
Negli anni, hanno appurato gli inquirenti, il clan Di Lauro era rimasto ancorato al traffico di droga, ma aveva spostato i propri interessi privilegiando quelli originari come i prodotti contraffatti e il contrabbando; in questo modo venivano reinvestiti i capitali che provenivano dalla droga, usando quei canali che avevano portato più di vent'anni fa all'affermazione del clan sul territorio.
I destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Marco Di Lauro, Salvatore Di Lauro, Salvatore Tamburrino, Vincenzo Gatta, Antonio Silvestro, Vincenzo Flaminio, Antonio Montanino e Salvatore Aldo. Per l'agguato ai danni di Pasquale Spinelli, che portò anche al ferimento di Gaetano Todisco, Ciro Silvestro e Gennaro Siviero, il 7 giugno 2012, sono invece stati arrestati Antonio Mennetta, Roberto Manganiello, Giuseppe Gervasio e Francesco Barone. Per concorso esterno al clan Di Lauro è stato arrestato Antonio Puzone. Gli ultimi due destinatari, Aniello Sciorio e Pasquale Diano, avevano lasciato l'Italia: sono stati arrestati su mandato europeo rispettivamente in Germania, a Dusseldorf, e in Grecia, a Salonicco, e sono in attesa di estradizione.