In sintesi: Francesco Floro Flores, imprenditore con molteplici interessi, attuale gestore dell'Arena Flegrea di Fuorigrotta (concessione ottenuta nel 2015 per 12 anni con affitto di 50 mila euro all’anno e una percentuale sugli incassi) è in pole position per ottenere, dal governo guidato da Giuseppe Conte, coi vicepremier Matteo Salvini (Lega) e Luigi di Maio (M5S) la guida del commissariamento dell'ex area Italsider di Bagnoli. Da questa notizia – che ancora non ha l'ufficialità ma rimbalza furiosamente negli ambienti della politica partenopea – che dati possiamo trarre? Vediamo.
Il primo dato è che per la prima volta la gestione di una struttura pubblica viene affidata ad un imprenditore e non ad un manager con una consolidata esperienza nella Pubblica amministrazione come il renziano Salvatore Nastasi (che lascia da sconfitto la gestione dell'ex Italsider). Badate bene: parliamo della ‘regina' delle aree post industriali d'Italia, l'eterna Incompiuta d'Italia, quella rimasta così com'era mentre a Berlino cadeva il Muro e L'Avana a Cuba lentamente si ricostruisce nel post Fidel Castro e nonostante l'embargo.
Il secondo dato è nel quadro politico che fa maturare questa scelta. M5S e Lega perché arrivano a Floro Flores? Alla Lega di Matteo Salvini di Bagnoli importa poco o nulla, interessa molto ai Cinque stelle. E a Napoli è l'attuale presidente della Camera, Roberto Fico, eletto peraltro proprio a Bagnoli, ad aver l'ultima parola sulle decisioni, nel Movimento, per tutto quel che concerne l'ex area siderurgica. A chi giova Floro Flores e perché? E arriviamo al terzo dato.
Il terzo dato, lo chiameremmo – citando l'illuminato imprenditore partenopeo e un suo vecchio luogo virtuale di discussione – "La Questione Napoletana". Claudio De Magistris, fratello del sindaco di Napoli Luigi, sua talentuosa spalla destra durante le due elezioni Comunali, suo attentissimo segretario del movimento politico Dema, suo ex collaboratore a Palazzo San Giacomo, è infatti attualmente direttore artistico della Arena Flegrea gestita proprio da Floro Flores.
Domanda: c'è un conflitto d'interessi? Se il fratello del sindaco nonché ex leader del movimento del primo cittadino è oggi impegnato in una attività imprenditoriale con lo stesso personaggio che probabilmente andrà a gestire una delle più importanti aree pubbliche dismesse di Napoli le cui decisioni ricadono anche sul sindaco stesso, questo conflitto c'è o non c'è? De Magistris ha sempre rigettato il commissariamento di Bagnoli e con lui tutti i movimenti antagonisti, da Iskra a Insurgencia, da Mezzocannone Occupato a Magnammece ‘o Pesone, da Potere al Popolo a ex Opg Occupato, da Asilo Filangieri a Zerottantuno. E ora?
Ora il primo cittadino, senza che vi sia nemmeno l'ufficialità della nomina, la commenta, ed è una nota dal cuore di panna, un tono cui i sindaco del «Renzi cacati sotto» ci aveva disabituati: «Prendiamo atto – scrive il primo cittadino napoletano – ed è istituzionalmente e politicamente comprensibile dopo il voto di cambiamento del 4 marzo, che il governo abbia deciso di sostituire il commissario Nastasi con un altro commissario. Apprendiamo che da parte del Governo ed in particolare della ministra per il Sud sia stato individuata la figura di un noto imprenditore napoletano, Francesco Floro Flores, al quale non possiamo che augurare non solo buon difficile lavoro ma anche garantirgli il massimo di livello di cooperazione istituzionale convinti che questa scelta possa consolidare e rafforzare il livello di cooperazione istituzionale su Bagnoli tra il Governo e la città di Napoli. Tra l’altro con Floro Flores – conclude – abbiamo già sperimentato pratiche di lavoro comune nell’interesse della città e sappiamo che si tratta di un imprenditore competente, valoroso e con la passione per la città di Napoli e sappiamo tutti che la passione, anche nelle difficoltà diventa un elemento determinante per la risoluzione delle problematiche della nostra città». Come si cambia per non morire, cantava Fiorella Mannoia.