È tutto registrato nelle telecamere. Venti secondi di follia e terrore nel centro di Napoli, da quando il killer arriva a quando, dopo aver sparato una decina di colpi, scappa verso la motocicletta. Davanti a parecchi testimoni, senza preoccuparsi di colpire qualcuno per sbaglio, come è successo ieri e come è successo in numerosi altri casi. Il sicario ha usato dei proiettili "full metal jacket", da guerra. Tutto finito nei nastri della videosorveglianza, in almeno due telecamere che puntano su piazza Nazionale e via Matteo Andrea Acquaviva e riprendono l'agguato da diverse angolazioni. E tutto acquisito dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, che da ieri sta visionando le immagini alla ricerca di elementi che possano portare all'identificazione del sicario. Si cerca un particolare, un difetto fisico, un modo di camminare da confrontare con i database delle forze dell'ordine alla ricerca di un riscontro. In un dei video si vede l'obiettivo dell'agguato, Salvatore Nurcaro, pregiudicato di 32 anni, che è fermo in strada, da solo, forse guarda il cellulare.
Il video dell'agguato in piazza Nazionale
Il killer, completamente vestito di nero e con un casco dello stesso colore, corpulento, arriva all'improvviso. Passo svelto, pistola già in pugno. Alza la canna quando è a un paio di metri dall'uomo, gliela punta in faccia e spara. Nurcaro è preso alla sprovvista, barcolla, si piega, riesce a rimanere in piedi e corre via. Il sicario lo insegue, prima piano e poi accenna a una corsa, sempre con la pistola alta e continuando a sparare. È il momento delle pallottole vaganti, dei proiettili che schizzano impazziti e che centrano la donna di 50 anni e la piccola Noemi, che ora è in condizioni gravissime all'ospedale Santobono: un proiettile le ha trapassato il torace, colpendo una vertebra, i polmoni e conficcandosi nelle costole. L'hanno operata due volte, la seconda nella notte per l'estrazione dell'ogiva, è in coma farmacologico indotto.
Pochi secondi dopo il killer torna, passa accanto alla bambina rimasta a terra, quasi costretto a scavalcarla, e corre verso la motocicletta che ha lasciato in strada. Il primo ad avvicinarsi è il cameriere di un bar, che corre verso la bimba, la solleva e la porta dentro. Non si sono accorti che è rimasta ferita, credono sia caduta per scappare. Se ne accorgerà la madre poco dopo, nel bagno del bar, quando cerca di farla riprendere con un po' d'acqua e si rende conto del foro di proiettile sulla schiena. Poi, la corsa folle verso l'ospedale Santobono, dove la bimba è ancora ricoverata in condizioni gravissime.
Proiettili da guerra "Full Metal Jacket"
La pistola usata dal killer era caricata con proiettili parabellum, di quelli in uso alle forze armate, come Esercito e Carabinieri. Presumibilmente sono state usate delle pallottole 9×19, di due millimetri più corte rispetto alle 9×21 della polizia, di tipo FMJ, ovvero full metal jacket. Questo tipo di munizioni hanno come caratteristica il rivestimento della palla, all'interno di piombo ma incamiciata con un metallo più duro. La copertura della palla consente da un lato di non lasciare depositi di piombo sulla canna della pistola, che deteriorerebbero l'arma, dall'altro permette alla pallottola di raggiungere una velocità maggiore e mantenere meglio la traiettoria. La differenza principale è nel potere di arresto: una pallottola FMJ tende a trapassare il bersaglio, rimanendo integra, mentre una ad espansione, con una incamiciatura incompleta, è progettata per espandersi all'interno del corpo, creando una ferita più larga dopo l'impatto.