«Avvoca', ‘e ssapite chilli vascie.. I bassi… A San Giuvanniello, a ‘e Virgene, a Furcella, ‘e Tribunale, ‘o Pallunetto! Nire, affummecate… addò ‘a stagione nun se rispira p' ‘o calore pecche ‘a gente è assaie, e ‘a vvierno ‘o friddo fa sbattere ‘e diente… Addò nun ce sta luce manco a mieziuorno… Io parlo napoletano, scusate… Dove non c'è luce nemmeno a mezzogiorno… Chin' ‘e ggente! Addò è meglio ‘o friddo c' ‘o calore…».
Per non iniziare subito a snocciolare cifre e lanciare frecciate di paura – lo fanno già in troppi – è meglio affidarsi al teatro e al dialetto napoletano per spiegare l'attuale rischio di un contagio diffuso da Coronavirus in Campania. Eduardo De Filippo e il celebre monologo di Filumena Marturano all'avvocato Nocella e ai figli ci viene in aiuto. I bassi, ma non solo. I casermoni di edilizia popolare, i caseggiati che costeggiano vialoni di periferia, orrori sorti come funghi senza piani regolatori. E ancora: quelle villette partorite da abusi edilizi che hanno strappato sabbia ai litorali e divorato pietra dalle colline. Case su case, senza controllo.
La densità di popolazione: il vero dramma
Sembra incredibile ma questo oggi è uno dei problemi connessi al contagio da Coronavirus Covid-19 in Campania: tanta gente in poco spazio. Si chiama densità di popolazione. Si esprime in abitanti per chilometro quadrato e si calcola dividendo il numero di abitanti di un determinato territorio per la superficie del territorio in chilometri quadrati. Sapete nella classifica dei primi 10 comuni per densità abitativa quanti comuni della Campania ci sono? Otto. Otto su dieci. Casavatore, Portici, San Giorgio a Cremano, Melito, Napoli città. E poi Arzano, Cardito, Frattaminore. Praticamente l'inizio dell'area Sud (Portici-San Giorgio) attaccata a Napoli e asse verso l'area Vesuviana. L'intera zona Nord: Melito e Casavatore attaccate a Scampia (mettiamoci anche Casoria senza problemi) Cardito e Frattaminore.
Casavatore, dati Istat, fa 12mila abitanti per chilometro quadrato. Una folla. La stessa di Portici, 12mila, poco meno è quella di San Giorgio, 11mila abitanti/kmq. Qualsiasi mappa o simulazione del contagio deve partire da una consapevolezza che ci fornisce la scienza e l'analisi di questa pandemia. Il virus Sars-CoV-2 ha un R0 = 2 . Ovvero ha un fattore di contagio 2. Che significa? Che in media un infetto contagia 2 persone, a loro volta i due individui ne contagiano 4. E andiamo di contagio esponenziale con una curva che sale impazzita.
Noi oggi restando in casa stiamo adottando tra le altre la misura del distanziamento sociale. Che significhi tutto ciò lo spiega l'Istituto superiore di Sanità:
L'obiettivo del distanziamento sociale, soprattutto in una situazione come quella attuale in cui non ci sono interventi farmacologici attuabili, è ridurre la velocità di diffusione del virus, spostando in avanti nel tempo il picco epidemico e riducendone l'altezza, di fatto ‘spalmando' i casi su un arco temporale più lungo. Questo porterà benefici riducendo la pressione sul sistema sanitario, che nel caso del Sars-Cov-2 era già stressato dall'impennata dei casi di influenza tipica di questo periodo.
Insomma, solo così si appiattisce la curva: lo spiega benissimo il Washington Post che in un simulatore tradotto anche in italiano illustra le varie proiezioni e le varie soluzioni sul come ridurre il contagio (gli spagnoli hanno coniato l'hashtag aplana la curva) e con esso ricoveri e ricorso alle sale intensive con tutto lo stress al sistema sanitario che ne consegue.
In Campania siamo già al picco
Veniamo ad oggi. Veniamo alla foto in testa a questo articolo: è una donna (viva) che per protesta si è gettata in strada a Napoli, nel popolosissimo rione Sanità, dove per giorni ha chiesto l'intervento del 118 per assistere il marito che presentava sintomi da Coronavirus (febbre alta, dispnea) e cui non era stato nemmeno fatto un tampone. Nello scenario severo prospettato dalla task force Covid-19 della Regione Campania, reso noto dal presidente Vincenzo De Luca, si ipotizzava un picco a metà aprile con necessità di 150 letti. Siamo a marzo e questo scenario è già superato: con l'80% dei ricoveri in terapia intensiva. Stanno aprendo altre postazioni intensive in tutta la regione. Ma non basta.
La densità di popolazione così alta non consente uno ‘sciogliete le righe' in determinate zone: cosa accadrebbe in sobborghi , rioni, quartieri così popolosi, se non si rispettassero le regole? Una ecatombe.
Per questo sarà probabilmente necessario prorogare le misure di distanziamento sociale per tutto il mese di aprile. Il sistema sanitario della Campania che non ha mai brillato, nemmeno per il classico picco di influenza stagionale che faceva comparire le barelle al pronto soccorso del Cardarelli, è sotto fortissimo stress. Il contagio appare controllato, nonostante il numero di tamponi Covid-19 effettuati in Campania sia tra i più bassi d'Italia. La mortalità è in linea con le percentuali al vaglio delle autorità sanitarie internazionali (Oms) e nazionali (Iss).
I morti e i malati: non solo Covid-19
Infine: si parla solo ed esclusivamente di Coronavirus. Ma non si muore mica solo di quello. Patologie oncologiche (il cancro, detto chiaramente), cardiocircolatorie (infarti e ictus) respiratorie di altro tipo (tumori al polmone o broncopneumopatie ostruttive, tipiche dei fumatori cronici), infettive (tubercolosi o Hiv, tanto per dirne alcune) esistono ancora, non le ha mica cancellate il virus. E necessitano di visite ambulatoriali, di consulti, analisi generali e specialistiche. Insomma di una routine oggi interrotta dall'emergenza (anche se i servizi minimi sono garantiti). Toccherà fare i conti anche con quest'aspetto che fa morti silenziosi, non conteggiati nei bollettini ma comunque ascrivibili ad uno sconvolgimento per pandemia.