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La brutta frase di De Magistris: “A Napoli meno suicidi, se siete depressi venite qui”

“Se siete depressi venite a Napoli”: così dice Luigi de Magistris che pensa di fare una battuta invece in mezza frase ridicolizza chi di depressione soffre e chi un suicidio o l’ha commesso o l’ha tentato. Una sortita improvvida che ricorda molto quella di Matteo Salvini sugli italiani che “utilizzano psicofarmaci perché non c’è lavoro”.
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 Il sindaco è colui che firma i Tso, i trattamenti sanitari  che obbligano i cittadini che hanno bisogno – ma non se ne rendono conto poiché sofferenti – a servizi psichiatrici di diagnosi e cura. Se ne deduce che un sindaco, specie se amministra una metropoli, sia ben edotto circa i problemi di salute mentale e non ne parli, come si dice in dialetto napoletano «a schiòvere».

Non è cosi, evidentemente, per Luigi De Magistris. Amministratore di una città ai margini di ogni scelta politica (suo malgrado ma anche senza che egli sia stato mai capace di far valere le ragioni della Capitale del Sud), De Magistris, sempre in campagna elettorale (stavolta per le Elezioni Europee 2019) nel festeggiare oggi a Roma l'adesione al suo partito personale di una consigliera espulsa del M5S, ha perorato la causa della sua città. E fin qui tutto normale, se non fosse per le parole usate. Descrivendo l'attuale fase di Napoli (peraltro in maniera assolutamente ingannevole) egli ha dichiarato, testualmente: «A Napoli ci sono tante ferite, sofferenze e problemi, ma anche una tale energia vitale e culturale che nel nostro Paese difficilmente si può riscontrare altrove. Siamo una delle prime città su turismo, lavoro, cultura, imprese e anche l'ultima per tasso di suicidi e depressione. Se siete depressi venite a Napoli».

La prima parte dell'affermazione del sindaco di Napoli, quella sul primato per «turismo, lavoro, cultura» è facilmente confutabile, soprattutto per la percentuale di occupati e disoccupati. Si tratta di una di quelle fake news che gli uomini politici sono abituati a trattare e usare a proprio scopo propagandistico. Ma è la seconda quella che politicamente preoccupa, in bocca ad un personaggio che si dice "di sinistra", vale a dire la frase sulla depressione e l'invito a venire a Napoli «se siete depressi». È una frase che, pur se pronunciata col sorriso sulle labbra, ipotizzando una possibile ironia, inquieta. Il tema della salute mentale nella metropoli andrebbe trattato dal sindaco con la stessa serietà con la quale affronta questioni importantissime come i risultati del Calcio Napoli in Champions League. Che significa «venite a Napoli se siete depressi?». Napoli guarisce dalla depressione? E quindi chi, in questi anni, in città, ha tentato il suicidio, magari non riuscendoci si deve sentire perfino cretino il doppio?

È triste, tristissima la sparata di Luigi de Magistris che non è nuovo a cose del genere (ricordate il caso di Lugano?): egli assomiglia sempre più a Matteo Salvini  nel voler fare battute e spettacolarizzare qualsiasi cosa. Non fu il leader della Lega a sostenere che gli «italiani usano psicofarmaci perché non c'è lavoro»? Per DeMa invece basta venire a Napoli per guarire. Francamente, dei due, non so chi stia messo peggio.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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