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Donna partorisce in un bar di piazza Garibaldi, è subito corsa al Lotto

Dopo il parto in un bar di piazza Garibaldi, ecco la corsa al Lotto: una cinquantina di persone si sono precipitate in un tabaccaio della zona per giocare i numeri e sfidare la sorte. La quaterna “magica”, da giocare sulla ruota di Napoli, è la traduzione dell’episodio secondo la Smorfia napoletana.
A cura di Redazione Napoli
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Il bar, 28. La donna incinta, 65. La nascita, 80. E la meraviglia, perchè di sicuro si tratta di un fatto insolito: nella Smorfia napoletana, fa 72. Da giocare, ovviamente, sulla ruota di Napoli. Come hanno già fatto almeno una cinquantina di persone, che si sono precipitate in una tabaccheria di piazza Garibaldi per giocare al Lotto traducendo in numeri quello che era appena successo: una donna aveva partorito in un bar a pochi metri di distanza. Il bambino, che si chiama Denis, sta bene e pesa tre chili e mezzo; è stato portato al Loreto Mare per gli accertamenti, successivamente lo ha raggiunto anche la mamma. L'allarme era partito alle 12, quando un passante si era accorto che una donna stava per partorire per strada. La prima ambulanza inviata è stata però dirottata dalla folla verso un incidente: un turista era stato colpito alla testa da una struttura in ferro staccatasi da un edificio al Corso Umberto I. Così l'equipaggio è costretto a fermarsi e avvisa la centrale operativa, che invia una seconda ambulanza. Intanto, però, in piazza Garibaldi sono arrivati i carabinieri, che fermano un terzo mezzo, che si trova di passaggio. Poco dopo arriva anche il quarto: l'equipaggio si occupa della madre mentre quello precedente porta in ospedale il bimbo. In totale, quattro ambulanze.

Ma, mentre madre e bimbo venivano accuditi, ecco la corsa al Lotto. “I primi sono stati alcuni giocatori abituali – spiega Massimiliano Chirchiano, gestore della tabaccheria – poi si sono subite unite altre persone. Conoscenti, persone del posto, anche semplici passanti che avevano saputo quello che era successo e hanno voluto tentare la sorte. E chiaramente questi numeri li ho giocati anche io”. Perchè, in fin dei conti, non è vero, ma un po' ci si crede.

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