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Opinioni

Capodanno. E voi, che Napoli vorreste nel 2020?

L’allerta meteo, la metropolitana ferma almeno una volta ogni tre giorni, la vivibilità scarsa, i rifiuti ovunque, le emergenze negli ospedali vecchi e in quelli nuovi. Non solo: ci aspettano anche due anni di campagna elettorale totale, si vota per per la Regione Campania e il Comune. Insomma: che Napoli vi aspettate per il 2020?
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Risparmio la tiritera dell'elenco di cose accadute durante l'anno e in quelli precedenti, puro vezzo dei giornali e di certi giornalisti. Una domanda su quel che sarà, considerando che il futuro è una ipotesi, come dice la bella canzone, è però necessaria. Napoli avrà un anno intenso dal punto di vista politico: inizierà la lunga cavalcata elettorale, in primavera 2020 le Elezioni Regionali, poi nel 2021 le Elezioni Comunali. La politica e il sistema di potere intorno alla periferia dell'impero decreteranno i nuovi "capi" dell'azione esecutiva in città, fermo restando che Napoli, poverissima di mezzi e affaticata nelle opportunità, pur essendo un grande set cinematografico o per i social network, pur continuando ad essere trampolino elettorale per la politica nazionale, pur avendo scrittori, cantanti, attori, resta una città in cui è complicatissimo perfino fare la presentazione di un libro con più di 15 persone (ammesso che non sia un besteller di Maurizio De Giovanni, unica sicurezza partenopea, ormai). Evitiamo di parlare dello sport.

Che Napoli vorreste per l'anno che verrà?  I trasporti, la vivibilità, i rifiuti, il decoro urbano, la sicurezza. E ancora: gli affitti in centro stanno diventando troppo cari, Napoli è diventata un grande bed and breakfast, c'è gente che sta facendo i milioni con le pizze e i panini imbottiti di qualsiasi schifo e gli affittacamere. Foodporn e vista sul mare? Questo siamo, negli anni Venti?

I litigi bambineschi fra Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca, un presidente della Camera partenepeo, Roberto Fico, vicino ma al tempo stesso timoroso di metter mano alla realtà napoletana; un leader di partito campano, Luigi Di Maio, quasi impaurito dal metter bocca su Napoli; ministri di profilo alto come Enzo Amendola e Gaetano Manfredi che però quando hanno governato processi a Napoli (uno nel Pd, l'altro alla Federico II) lo hanno fatto con molti ostacoli.

I cantieri ovunque, le strade scassate, Napoli che perde alberi come un vecchio perde capelli e diventa calvo. Napoli che perde aree verdi e non respira, non respirano i bambini, le scuole chiuse non per allerta meteo ma per spavento, i social network veri termometri di una città chiacchierona. Il teatro San Carlo è una bomboniera dentro e una tragedia cadente fuori; Gomorra è uno status, un modo di vivere, ha monetizzato su qualsiasi cosa, fra poco faranno pure le mutande brandizzate. Che sperate, voi, per Napoli? Le metro ferme, le funicolari che non partono, gli insulti all'Anm, l'ospedale Cardarelli che sembra un grande elefante morente, l'ospedale del Mare che sembra un cucciolo morente pure lui. Curarsi all'estero, curarsi in clinica, il traffico nella zona ospedaliera, il traffico su via Marina, il tram che manca da quattro anni e forse tornerà. Vulesse truvà pace, ma na pace senza morte. E voi, voi  che sperate per Napoli? Se vi va, scrivete a Fanpage.it per raccontare cose e belle o brutte.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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