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Festeggiamenti a Napoli, Salvini è davvero l’ultimo a poter parlare

Matteo Salvini crede di poter speculare sulla assurda notte di festeggiamenti per la vittoria del Napoli in Coppa Italia facendone un tema di campagna elettorale? Si ricordi però degli assembramenti alla manifestazione del 2 giugno della destra a Roma che lo vedeva in testa al corteo. E ricordi anche il suo silenzio in piena crisi Covid quando centinaia di persone affollavano i Navigli a Milano. In Campania abbiamo sperimentato il lockdown una settimana prima del resto d’Italia, a marzo. La maggioranza dei cittadini della Campania sono  – tranne i soliti pseudo meridionalisti della domenica –  i primi ad essere arrabbiati per la buffonata di ieri notte.
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Matteo Salvini è l'ultimo, ma proprio l'ultimo a poter parlare dei festeggiamenti dei tifosi del Napoli facendone un caso politico. Abbiamo già chiaramente detto che quanto accaduto a Napoli è stato allucinante, che è stata  folle la notte dei festeggiamenti per la Coppa Italia in cui è stato di fatto abolito il distanziamento sociale e l'obbligo di mascherine senza che nessuno lo impedisse.

Ma che il leader della Lega oggi si alzi e pensi di speculare sulla vicenda partenopea fa quanto meno sorridere. Basterebbe ricordare il 2 giugno scorso a Roma con Matteo Salvini e Giorgia Meloni e le finte mascherine tricolori in mezzo a centinaia di persone.

Potremmo ricordare pure il silenzio del leghista dopo la ressa ai Navigli di Milano documentata l'8 maggio (in Lombardia permane il numero più alto di morti e contagiati da Coronavirus e dove è ovvio che l'attenzione è alta il triplo).

Oggi, guardando le immagini della città partenopea invasa da tifosi in ogni dove, Matteo Salvini pontifica a puro scopo elettorale: "Mi domando dove fosse il signor De Luca che era pronto a utilizzare lanciafiamme contro i milanesi e contro chi andava in giro". Dovrebbe correggersi: in realtà il lanciafiamme del presidente della Regione Vincenzo De Luca era – metaforicamente – acceso contro non contro i milanesi ma contro i campani (nella fattispecie era ipotizzato contro quegli  studenti universitari avrebbero voluto festeggiare la discussione della propria laurea e la conclusione del ciclo di studi).

In Campania abbiamo sperimentato il lockdown una settimana prima del resto d'Italia, a marzo. La maggioranza dei cittadini della Campania sono  – tranne i soliti pseudo meridionalisti della domenica –  i primi ad essere arrabbiati per la buffonata di ieri notte. Il titolo di un libro di Giulio Andreotti calzerebbe proprio a pennello in questa occasione: "Onorevole, stia zitto".

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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