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Il caso di Maria, la bambina di 10 anni uccisa in provincia di Benevento

Tutto quello che si sa sul giallo della bambina trovata morta nella piscina di un ristorante a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento: ipotesi di reato, sospetti e possibili moventi.
A cura di Ida Artiaco
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Quello che sembrava essere un incidente finito in tragedia, si è rivelata l'ennesima storia di violenza ai danni di un'innocente. La giovane vittima questa volta si chiama Maria Ungureanu, 10 anni ad agosto e di nazionalità rumena. Il suo corpicino senza vita è stato ritrovato lo scorso 19 giugno nella piscina di un ristorante a San Salvatore Telesino, paese di circa 4000 anime in provincia di Benevento. Dopo le prime indagini e i risultati dell'autopsia, non c'è dubbio che si tratti di omicidio. Ecco la ricostruzione della vicenda, le ipotesi di reato, il profilo del sospettato e il possibile movente.

Ricostruzione | Reato | Sospettato | Movente

Maria Ungureanu
Maria Ungureanu, la bimba di 10 anni trovata morta in una piscina di San Salvatore Telesino.

La ricostruzione della morte della piccola Maria

La piccola era con i suoi genitori ed avrebbe dovuto partecipare alle celebrazioni in onore del patrono Sant'Anselmo nella chiesa di Santa Maria Assunta, quando si è improvvisamente allontanata, probabilmente per andare a giocare. Erano le sette di sera di domenica quando è stata vista l'ultima volta. Poi a mezzanotte, la triste scoperta. La cliente di un pub vicino al resort Borgo San Manno nota qualcosa di strano nella vasca del parco, che era chiuso al pubblico. E' a questo punto che le forze dell'ordine, giunte sul luogo dell'accaduto, decretano la morte per annegamento della bambina.

Tra le ipotesi di reato avanza quella di omicidio premeditato

I suoi indumenti sono piegati ai bordi della piscina: si è gettata volontariamente per fare un bagno o qualcuno l'ha aiutata? Dopo le prime indagini e i risultati dell'autopsia, gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di omicidio. Gli esami sul corpo di Maria hanno dimostrato che la bambina, prima di morire per annegamento nella piscina del resort Borgo San Manno, ha subito una violenza sessuale. Quando è stata gettata nella vasca piena d'acqua aveva probabilmente già perso i sensi. I primi sospetti degli inquirenti ricadono su Daniel, un 21enne connazionale della giovane vittima e della sua famiglia: è al momento indagato a piede libero per omicidio volontario e violenza sessuale. Interrogato dal sostituto procuratore Maria Scamarcio, il ragazzo avrebbe però respinto tutte le accuse, dichiarando di aver visto la vittima l'ultima volta poche ore prima della sua morte e di averla lasciata in compagnia di alcune amiche, per poi allontanarsi con la sua auto dal paese per raggiungere alcuni suoi parenti. La vicenda si fa intricata anche perché l'autopsia ha mostrato segni di violenze non recenti, come numerosi graffi sulla schiena.

I sospettati della morte di Maria Ungureanu

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"Non ci posso credere, ce l'ho ancora davanti agli occhi". Queste le prime parole della mamma della piccola Maria alla stampa. La donna, una badante di 28 anni, è ancora sotto shock per quanto accaduto alla figlia, così come tutta la comunità di San Salvatore Telesino, dove la famiglia si era trasferita dalla Romania qualche anno fa. Sgomento anche di fronte alla notizia dell'indagato numero uno per l'omicidio della bambina: Petru Daniel Ciocan, il 21enne fermato dopo i risultati dell'autopsia, è un amico e connazionale della famiglia Ungureanu, che spesso si fermava a mangiare a casa loro e grazie a loro aveva trovato un posto di lavoro. "Quando la notte scorsa mi ha detto che domenica pomeriggio avrebbe voluto telefonare per avvisarmi che Maria, dopo la celebrazione della messa, era andata con lui a Telese, mi sono gelato – ha raccontato anche Mario, il papà della vittima –. Se eri amico mio, gli ho detto, perché non l'hai fatto? Non hai pensato che fossi preoccupato?". Anche il parroco del paese, don Franco Pezone, è intervenuto sulla vicenda. Lui che conosceva bene Maria, che presso la sua chiesa faceva la chierichetta, ha dichiarato: "Daniel mi sembrava un tipo tranquillo. Chi sa, parli". Ma il ragazzo potrebbe anche non essere l'unico indagato dell'omicidio di Maria.

La polizia era sulle tracce di un secondo sospettato: si tratterebbe di un uomo visto in compagnia della vittima nei giorni precedenti alla sua morte. Intanto, continuano gli interrogatori dei testimoni per ricostruire la dinamica della tragedia. Anche il sindaco di San Salvatore Telesino ha sollecitato i suoi concittadini a collaborare alle indagini e ha decretato il lutto cittadino per il giorno dei funerali di Maria, in programma venerdì 1 luglio. Gli inquirenti hanno lavorato nelle scorse settimane anche all'identificazione di alcuni giovani romeni a bordo di un furgone bianco, avvistato nei pressi dell'area delle giostre, a pochi passi dalla piscina all'interno della quale è stato rintracciato il corpo senza vita di Maria. Inoltre, secondo alcuni testimoni, la piccola la sera dell'omicidio era in compagnia di due uomini molto giovani e stranieri e che lavoravano con i giostrai nel resort dove è stata trovata cadavere. Il condizionale, dunque, è d'obbligo, dato che regna ancora la massima incertezza sull'identità del killer della piccola.

Ma la vera svolta è un'altra, e arriva a quasi un mese dalla tragedia di Benevento. Sarebbe indagata per la morte di Maria anche la sorella di Daniel Ciocan, Cristina, per concorso in omicidio con il 21enne. Ci sarebbero, infatti, forti dubbi sulle versioni fornite dai due, soprattutto per quel che riguarda il luogo dove si trovava parcheggiato l'auto del ragazzo al momento dell'omicidio. In attesa di informazioni più certe da parte degli inquirenti, continuano le ricerche per scoprire la verità su cosa è successo davvero quel maledetto 19 giugno. I Ris di Roma hanno scoperto tracce di materiale biologico di un maschio sui vestiti della vittima ed acquisiranno anche gli abiti del presunto killer per ulteriori test, i cui risultati sono attesi per la prossima settimana. Intanto, la criminologa Ursula Franco, che coadiuva la difesa nel caso di Maria, ha dichiarato a Fanpage.it che "la bambina non è stata uccisa, si è trattato di un incidente di gioco. Il caso ricorda quello dei due fratellini di Gravina in Puglia".

A inguaiare maggiormente Daniel Ciocan sono i risultati delle analisi condotte sugli oggetti personali del 21enne. Alla fine di settembre, la perizia della Procura sul gps della sua auto non lascia dubbi: la sera della morte di Maria, il rumeno si trovava nei pressi del casale nella cui piscina era nascosto il cadavere della ragazza. Sulla vettura, inoltre, sarebbero state trovate tracce di Dna.

Il movente dell'omicidio è ancora al vaglio degli inquirenti

Intanto, continuano le ricerche degli inquirenti, per capire il movente dell'omicidio e ricostruirne l'esatta dinamica. Ancora troppi particolari sono avvolti dal mistero. "I genitori di Maria – ha riferito l'avvocato della famiglia Ungureanu, Michele D'Occhio – mi hanno raccontato che la bambina è tornata a casa dalla chiesa, poi è uscita per partecipare alla processione ed infine è scomparsa. Quando ho saputo della morte,  ho sentito che sarebbe stata in ogni caso una tragedia, ma sarebbe stata più sopportabile se fosse stato un incidente". Da chiarire sono anche i segni di violenza pregressi che l'autopsia ha rintracciato sulla schiena della vittima. Per cercare di fare luce su tutta la vicenda, gli inquirenti hanno sentito di nuovo i due giostrai napoletani, appena maggiorenni, che la sera del 19 giugno lavoravano nei pressi della piscina dove è stato ritrovato il corpo della vittima. Le indagini continuano anche in piena estate: nel mese di agosto, per l'ennesima volta, i genitori di Maria vengono ascoltati in Procura come persone informate sui fatti: si tratta di un interrogatorio fiume di 9 ore da cui però non trapela alcune dettaglio sulle loro dichiarazioni.

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