Stretto riserbo sul movente, ma un punto fermo: l'agguato contro Salvatore Nurcaro, che ha causato anche il ferimento grave della piccola Noemi, è avvenuto in "pieno contesto camorristico". Lo spiega in conferenza il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, che ha coordinato le indagini insieme all'aggiunto Giuseppe Borrelli del team composto dai magistrati Simona Rossi, Antonella Fratello e Gloria Sanseverino. Armando Del Re e il fratello Antonio Del Re sono stati sottoposti a fermo in una operazione congiunta del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli e della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
I fermi scattati all'alba
I fermi sono scattati all'alba di oggi, 10 maggio, a una settimana esatta dalla sparatoria in piazza Nazionale, il 3 maggio scorso, quando il killer vestito di nero aprì il fuoco all'impazzata per strada e colpì, oltre a Nurcaro, anche Noemi e la nonna; la donna è stata ferita di striscio, la bambina è ancora ricoverata al Santobono in gravi condizioni. Armando Del Re, accusato di avere materialmente sparato, è stato fermato in provincia di Siena, dove sarebbe andato per incontrare il padre detenuto, mentre il fratello, che lo avrebbe aiutato e gli avrebbe fornito supporto logistico, è stato preso nei dintorni di Nola.
"Sono ritenuti entrambi coinvolti nella pianificazione e nella esecuzione dei delitti – continua Melillo – le indagini si sono sviluppate molto rapidamente grazie alla professionalità delle forze di polizia e dei magistrati che hanno diretto le indagini. Si è trattato di un agguato maturato in pieno contesto camorristico, ma nel rispetto delle indagini non possiamo dire altro".
Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, i due avevano seguito Salvatore Nurcaro per giorni, controllando i movimenti della vittima: una condotta che rivela la metodologia mafiosa dell'agguato e che conferma l'ipotesi della premeditazione, di cui sono accusati entrambi.