Aniello ‘Bobo'‘ Esposito è l'attuale capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale a Napoli ed è la stessa persona ripresa nel servizio di Fanpage.it mentre, durante le Primarie 2019, armeggia fuori ai seggi. È lo stesso personaggio politico che ha patteggiato una condanna per la storiaccia delle candidature ‘fantasma' durante le Elezioni Comunali del 2016, dove sosteneva la candidata sindaco Valeria Valente (Pd) poi sconfitta e autenticò firme senza la presenza dei candidati. Bobo' non ha più la tessera del Pd eppure lo rappresenta in Consiglio comunale. Continua a fare il capobastone durante le consultazioni elettorali e non è un nome spendibile nemmeno dal punto di vista dell'eloquio e del ragionamento politico: basta andare a seguire una seduta in Consiglio comunale (sperando di trovarlo) per rendersene conto.
Perché, dunque, Bobo' Esposito resta ancora al suo posto da capogruppo? Per un calcolo che va oltre la rappresentanza in via Verdi. Visto quanto accaduto sarebbe logico che l'attuale capo del gruppo consiliare rimettesse l'incarico. Ma chi va al posto suo? Federico Arienzo ci ha già provato poi ha lasciasto l'incarico per l'avventura (non decollata) dell'associazione Harambee al fianco di Matteo Richetti e ora è politicamente vicino alla consigliera regionale Enza Amato, figlia di Tonino Amato, storico ‘re delle preferenze' in zona Fuorigrotta. Salvatore Madonna e Alessia Quaglietta, altri due componenti del gruppo Dem, come dice un esponente partenopeo del partito, "nun stanno ‘a nummero" ovvero non sono considerati papabili. C'è Diego Venanzoni, entrato dopo l'addio di Valeria Valente al Consiglio (scelse di restare in Senato). Venanzoni, ex Margherita, consigliere di lungo corso, si è distinto per attivismo ‘anti- De Magistris' nei mesi scorsi. Ma non a tutto il Pd napoletano piace lo scontro col sindaco di Napoli, perché inficia certi rapporti di celeste corrispondenza d'amorosi sensi in Città Metropolitana.
C'è dell'altro: Venanzoni è politicamente legato a David Lebro, centrista, oggi dichiaratamente anti-Dema e in procinto di diventare capo dell'Acer, l'Agenzia Campania edilizia residenziale che nasce dalle ceneri dell'Iacp. Essere legato a Lebro significa per Venanzoni avere automaticamente il veto di Mario Casillo, il potente capogruppo PD in Consiglio regionale che tutto farebbe fuorché favorire in qualsiasi modo una scelta ‘benedetta' dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Casillo poi ha sempre avuto l'idea di voler ‘dialogare' con De Magistris , soprattutto in Città Metropolitana (il sindaco di Napoli, lo ricordiamo, è anche capo della ex Provincia). Dunque Casillo vuole lasciare così tutto: niente cambi.
Cosa accadrà è difficile da capire: c'è una parte del Pd, come il presidente Tommaso Ederoclite che preme per far piazza pulita di ogni ambiguità rispetto al pasticcio primarie. Il nuovo segretario Dem, Leo Annunziata si è già dimostrato un re travicello, incapace di prendere posizioni senza prima ottenere il via libera da Palazzo Santa Lucia. E il risultato di tutto ciò potrebbe essere l'ennesima fetecchia democratica: mettere tutto sotto il tappeto sperando in una amnesia collettiva.