Le ipotesi di reato, al momento, sono corruzione, corruzione aggravata e finanziamento illecito dei partiti; lo scenario è quello di affari nel grande business dello smaltimento dei rifiuti all'ombra del Vesuvio, inseriti in un complesso meccanismo, quello che riguarda le aziende pubbliche, in questo caso la Sma Campania, società della Regione Campania impegnata nelle bonifiche ambientali.
L'inchiesta giudiziaria che scuote Napoli a pochi giorni dalle Elezioni Politiche è su due filoni e coinvolge ad oggi una decina di persone tra le quali candidati al Parlamento in vari schieramenti. Sono gli esiti di una complessa video inchiesta giornalistica condotta nell'arco di circa 6 mesi da giornalisti di Fanpage.it e che il quotidiano diretto da Francesco Piccinini sta pubblicando in queste ore. «Accordi corruttivi diretti al controllo illecito degli appalti pubblici nel settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti in Campania»: così in una nota la Procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo descrive la vicenda sotto i riflettori
Giovedì 15 febbraio 2018 è iniziata, dunque, la fase operativa: agenti dello Sco, Servizio centrale operativo anticrimine della Polizia di Stato, su impulso di magistrati della Dda e della sezione Reati contro la pubblica amministrazione con l'aggiunto Giuseppe Borrelli, i sostituti Celeste Carrano, Henry John Woodcock, Ilaria Sasso del Verme, Ivana Fulco e Sergio Amato, hanno disposto perquisizioni e acquisizioni atti nei confronti di numerose persone. Sequestrati telefoni e acquisiti hard disk del computer. «Le attività di indagine ancora in corso sono state rese necessarie e indifferibili – prosegue la nota – dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria collegato alla annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose fin qui individuate».
L'indagine, le perquisizioni e le acquisizioni atti riguardano ad ora il consigliere regionale e candidato alla Camera di Fratelli d'Italia Luciano Passariello, Agostino Chiatto, uomo di fiducia di Passariello e dipendente della Sma Campania, il consigliere delegato della stessa società in house, Lorenzo Di Domenico il cui computer è stato visionato dagli investigatori, gli imprenditori Nunzio Perrella, Rosario Esposito, Antonio Infantino e il commercialista Carmine Damiano. Gli inquirenti indagano i sette perché ritengono che Di Domenico, in concorso con Passariello, Chiatto e Damiano (quest'ultimo in qualità di intermediario) abbiano lavorato «per disporre l'affidamento di un appalto di smaltimento fanghi provenienti da cinque diversi depositi di stoccaggio Sma a società riconducibili alla cordata Perrella-Esposito-Infantino». Ciò, secondo l'accusa facendosi promettere «dai medesimi imprenditori somme di denaro calcolate in percentuale sulla scorta dei guadagni ottenuti a seguito dell'evocato affidamento».
«Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi antigiuridica. Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome». Lo dice in una nota diffusa in serata Passariello. Qualcuno – dice – può millantare credito ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati». Tra i nomi degli indagati c'è anche quello di Roberto De Luca, secondogenito del presidente della Regione Campania Vincenzo e assessore a Bilancio e Sviluppo del Comune di Salerno.
Indagato direttore e giornalista di Fanpage.it
Con l'accusa di «induzione alla corruzione» Francesco Piccinini, il direttore di Fanpage.it e il giornalista Sacha Biazzo, videoreporter autore dell'inchiesta, sono indagati dalla procura di Napoli a seguito del loro lavoro. «Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati» dichiara il direttore responsabile del quotidiano edito da Ciaopeople. «Abbiamo messo una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti mandandolo in giro per l'Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti. Noi – sottolinea il direttore di Fanpage.it in un colloquio con l'agenzia di stampa Adnkronos – abbiamo fatto questo nell'ambito di un'inchiesta giornalistica. È chiaro che non abbiamo smaltito rifiuti né preso soldi».
Le reazioni all'inchiesta di Fanpage.it
Come ci si poteva attendere sono state numerose le reazioni, politiche e non, all'inchiesta su rifiuti, corruzione e appalti in Campania. Schierati coi reporter del giornale ci sono il sindacato e l'ordine professionale: «Leso il diritto di cronaca» dicono, facendo riferimento all'indagine per «induzione alla corruzione» che coinvolge Piccinini e Biazzo. «Inquietante sapere che lo sversamento continua» ha detto Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, l'agenzia anti-corruzione italiana. Nella giornata di venerdì 16 febbraio c'è stata una conferenza stampa nella redazione napoletana di Fanpage.it per anticipare i contenuti del video inchiesta che coinvolge anche il figlio del presidente della Regione Campania. A sua volta il governatore difende la posizione del rampollo: «Solo effervescenze».