Se Matteo Salvini impone al centrodestra il suo candidato alle elezioni 2020 in Regione Campania, Vincenzo De Luca ha la rielezione in tasca, anche senza il Partito Democratico. Al momento di certo c'è che De Luca si candiderà, che il M5S non lo vuole e che Forza Italia ha deciso di ricandidare l'ex governatore Stefano Caldoro. Caldoro in queste settimane, per usare una metafora, ha tenuto i motori accesi senza iniziare a correre. I motivi sono due. Il primo è proprio Salvini che dopo averlo definito «buon amministratore» ed aver accettato che in Campania a scegliere fosse Forza Italia ha fatto dietrofront. Quando? Dopo le fallimentari elezioni in Emilia Romagna.
Il leader della Lega vuole vuole una regione al Sud e motiva sostenendo «che servono nomi nuovi non legati ai partiti». Il principio dei volti nuovi non vale in Veneto, dove Luca Zaia si candida per la terza volta, quello della società civile in Campania rischia di essere un grande boomerang. Lo dice pure un sondaggio di qualche mese fa: qui all'ombra del Vesuvio la società civile non è percepita positivamente nel centrodestra (vedi caso Gianni Lettieri al Comune).
C'è un altro ostacolo: Mara Carfagna. Per anni la principale sponsor di Stefano Caldoro è ora nel pieno d'una guerra tattica di posizionamento in Forza Italia, aspettando il dopo-Silvio Berlusconi. Sostiene Carfagna che Caldoro non va ricandidato «perché ha già perso». E allora anche il Pd che avrebbe dovuto fare? Non ricandidare De Luca nel 2015 visto che nel 2010 aveva perso? E la Carfagna non è la stessa che nel 2016 si è candidata capolista in Forza Italia con Lettieri sindaco dopo che lo stesso imprenditore di Atitech nel 2011 aveva perso?
Nel caos e nella carenza di alternative serie, Caldoro è l'unica carta nel mazzo capace di non scatenare gli anti-salviniani che al sud si muovono in maniera trasversale. In Campania è tutto un paradosso. Salvini vuole un candidato "sceriffo" che faccia la voce grossa e dica cose di destra? Beh, in questa partita già c'è: è Vincenzo De Luca. Che si accanirebbe con il leghista, ricompatterebbe forse pezzi del Pd e troverebbe perfino la sinistra alleata, almeno nella battaglia anti-salviniana.
Paradossalmente l'anticorpo moderato potrebbe risiedere in quell'ex governatore di radice socialista considerato a volte poco sanguigno (peraltro ribattezzato "Freddoro" proprio per questo). Gli ultimi sondaggi elettorali sulle Elezioni in Campania danno per certa la vittoria al centrodestra con la coalizione unita su Caldoro. Ma a quanto pare per ora una decisione non c'è. E giorni immediatamente successivi alle Elezioni Suppletive per il Senato di fine febbraio saranno cruciali.