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Camorra, arrestato il boss Marco di Lauro

Chi è Marco di Lauro, l’ultimo super latitante di camorra arrestato a Napoli

Dopo l’arresto di Ciro Rinaldi, il rampollo del clan di Paolo Di Lauro, alias ‘Ciruzzo ‘o milionario, era diventato l’obiettivo numero uno della Procura di Napoli: ricercato dal 2004, Marco di Lauro è stato per anni l’ultimo boss invisibile della camorra napoletana. Deve scontare 10 anni per associazione camorristica e droga, ma per gli inquirenti era rimasto ancora saldamente comando del clan che fu del padre, Ciruzzo ‘o milionario, con contatti diretti coi narcos sudamericani, e starebbe tramando per riconquistare l’area nord di Napoli.
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A cura di Nico Falco
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Marco Di  Lauro, il boss invisibile. Era l’obiettivo primario della Procura di Napoli, che dopo l’arresto di Ciro Rinaldi aveva ancor più ristretto il campo: un solo nome, quello del figlio di Paolo di Lauro che per molto, troppo tempo, si era rintanato chissà dove, tessendo le fila nell’ombra. Ora è stato arrestato e assicurato alle patrie galere. Nei libri contabili della cosca era indicato come F4, quarto figlio. E, dopo tre faide, l’arresto del padre e dei fratelli, e la rivoluzione della camorra di Secondigliano, il suo è un nome che fa ancora paura. Che sia a migliaia di chilometri, forse in Asia o negli Emirati Arabi, o magari tra le palazzine del Terzo Mondo di Secondigliano.

Il ragazzo, oggi 38 anni, è stato per anni il secondo latitante più pericoloso d’Italia, nella lista del ministero dell’interno viene subito dopo Matteo Messina Denaro. Nato a Napoli e cresciuto all’ombra del padre Ciruzzo ‘o Milionario, Marco di Lauro avrebbe preso il potere dopo l’arresto del capoclan e dei fratelli. Oggi starebbe ricompattando il clan, sfruttando anche lo sgretolamento del cartello che era nato dalla scissione dei Di Lauro.

Marco Di Lauro era  sparito dalla circolazione 14 anni fa, quando lo Stato piombò con mille uomini e con gli elicotteri a Scampia e Secondigliano per un repulisti di 53 ordinanze, la "notte delle manette" in piena faida di Scampia. Tra i catturandi c’era anche il suo nome, ma riuscì a scappare. Prima irreperibile, poi ufficialmente latitante. Dal 2006 è ricercato anche in campo internazionale. Da allora, le polizie europee lo cercano ovunque. Prima a Secondigliano, dove c’è ancora il core business del clan di cui è adesso l’ultimo referente, poi nell’Europa dell’Est, con piste investigative che si sono spinte fino agli Emirati Arabi e persino in Asia.

Qualche volta, probabilmente, negli anni scorsi, ci sono anche arrivati ancora vicini: come quando ci furono i blitz del 25 dicembre 2016 e del marzo 2017, il primo ai Camaldoli e l’altro nel Terzo Mondo. Un probabile covo scoperto, il letto ancora caldo, ma di F4 nessuna traccia. Dal 2013 è nel mirino anche dell’Intelligence americana: oltre ad avere contatti diretti coi narcos sudamericani, avrebbe investito per riciclare soldi a New York. Su di lui pende una condanna in via definitiva a dieci anni per associazione camorristica e droga.

Nell’agosto 2017 c’era anche lui tra i destinatari delle lettere ironiche che aveva diffuso l’Interpool, cartoline destinate ai 21 più pericolosi d’Europa. Sfondo con la bandiera italiana, colori pastello, il disegno di un gelataio accanto a una Vespa. E il messaggio: Ciao Marco, non ti manca il sapore della vera cucina italiana, preparata con amore da qualcuno che ti vuole bene davvero? Torna sulle spiagge baciate dal sole d’Italia per una autentica esperienza culinaria che non dimenticherai più! A presto!”.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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