Ho un amico cui è da poco nata una figlia femmina. Un altro che, invece, attende tra poco il lieto evento: pure qui è pronto il fiocco rosa. Li guardo e non ne parlo, ma dopo una settimana così non ho potuto fare a meno di pensarci. Norina Matuozzo, uccisa a colpi di pistola dal marito camorrista Salvatore Tamburrino, Fortuna Bellisario, madre di tre figli, massacrata a mani nude dal marito Vincenzo Lopresto che, non pago della violenza, le ha dato il colpo di grazia colpendola con una stampella. Nel mezzo, lo stupro di gruppo in Circumvesuviana a San Giorgio a Cremano: l'infamia di tre ventenni contro una ragazza fragile, peraltro già pesantemente molestata nei giorni precedenti.
Due femminicidi, una storia molestie con una violenza sessuale: chi per mestiere scrive di cronaca, nel giro di meno d'una settimana ha fatto "il pieno" di violenza sulle donne tra Napoli e provincia. Alla mail per le segnalazioni di Fanpage.it, modesto ma importante ‘termometro' delle vicende denunciate al nostro giornale, arrivano ogni mese sempre più storie che riguardano la violenza contro le donne.
Ascolti vicende orribili e pensi ai giovani genitori, agli aspiranti papà e mamme. Pensi anche a te stesso, alla tua famiglia, a tua moglie ai tuoi cari. Tu faresti crescere una figlia a Napoli, oggi? Risposte il cronista non ne ha. Però da cittadino ha ormai solidamente maturata la repulsione verso ogni paternalismo, ogni giustificazionismo, ogni tentativo di ‘consigliare' soluzioni, precauzioni, atteggiamenti. Repulsione ai «lo dico da padre» che hanno prodotto discorsi alla Matteo Salvini e obbrobri come il decreto legge Pillon.
Negli anni Ottanta risuonava una canzone dolce come una nenia. È "Una ragazza" di Edoardo Bennato, il cantautore napoletano che nel corso della sua carriera ha sempre anticipato, atteggiamenti, mode idee. La canzone rappresentava l'impossibilità per una donna perfino di camminare da sola senza rischi o senza timori.
«Andare sola per la città
e non c'è niente di male
ma una ragazza
chissà perché
questo non lo può fare»
Era il 1983. Bennato sperava che nel Duemila «non troppo lontano» sarebbe cambiato quest' «incantesimo strano». E invece no. «Sola per strada, col suo sorriso» una ragazza, a Napoli e nella sua provincia non può andare. Così come non può vivere una storia sentimentale senza un rischio più grande della sofferenza d'amore. Ancora oggi ci si chiede: si poteva fare di più?