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Noemi ferita dalla camorra a Napoli

Noemi, ferita in agguato a Napoli. I “movimenti” del killer rafforzano la pista personale

Proseguono le indagini sull’agguato che ha portato al grave ferimento di Salvatore Nurcaro, l’obiettivo, e di Noemi, colpita da una pallottola vagante. Ulteriori elementi potrebbero arrivare dalla testimonianza di Nurcaro, che sarebbe fuori pericolo. Si fa strada l’ipotesi di una vendetta personale: il killer non sarebbe un professionista.
A cura di Nico Falco
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Ci sono dei particolari, emersi fino dalle indagini, che farebbero propendere per la pista della vendetta personale. Discrepanze, anomalie, stranezze, che portano gli investigatori a ritenere che chi ha sparato in piazza Nazionale, lo scorso 3 maggio, potrebbe non essere un killer professionista della camorra, ma un criminale che si è armato per risolvere a modo suo un conto in sospeso. Tutti elementi che finiscono nel calderone delle indagini, e che spostano l'attenzione sulla vita privata di Salvatore Nurcaro, il reale obiettivo del raid.

Il 31enne, originario di San Giovanni a Teduccio è imparentato con personaggi del clan Reale, con roccaforte del Rione Pazzigno: circostanza che porta direttamente alla faida tra i Rinaldi, alleati dei Reale, e i Mazzarella, in cui va inquadrato anche l'omicidio di Luigi Mignano, ucciso il 9 aprile scorso mentre accompagnava il nipotino a scuola. Che la zona fosse coinvolta nella faida emerge anche dalle intercettazioni tra gli arrestati per l'omicidio: commentando l'agguato, si dicono tra loro che il prossimo obiettivo è "quello del Pazzigno". Dal passato di Nurcaro emerge però anche un'altra storia: ci sarebbe una bancarotta da un milione e mezzo di euro che potrebbe avergli procurato più di un nemico e tra questi potrebbe esserci il killer. L'uomo, rimasto gravemente ferito da pallottole che lo hanno centrato al torace e alla gola, sarebbe fuori pericolo e presto potrebbe essere in grado di parlare: gli inquirenti sono sicuri che potrebbe fornire indicazioni utili per risalire all'identità di chi ha sparato a lui e ha colpito per errore la piccola Noemi, ancora ricoverata al Santobono con gravi problemi ad entrambi i polmoni.

La motocicletta rubata

Dalle immagini della videosorveglianza si vede un uomo che agisce da solo, a piedi. La motocicletta, una Benelli rubata a Vietri sul Mare diversi mesi fa, viene lasciata parcheggiata in strada. Il killer scende, percorre diversi metri verso Nurcaro, punta la pistola, spara, lo insegue, poi torna alla moto. E questa dinamica farebbe nascere delle perplessità. Innanzitutto, la posizione della motocicletta: lasciarla parcheggiata e allontanarsi a piedi significa correre il rischio di essere bloccati, di non riuscire a scappare, di ritrovarsi con il mezzo che non parte o magari bloccato da un'automobile in doppia fila. Di quella targa, poi, sono stati registrati diversi passaggi nel centro di Napoli negli ultimi giorni. Questo significherebbe che il killer, a bordo di una motocicletta rubata, avrebbe girato a lungo con una pistola nella tasca alla ricerca dell'obiettivo: un comportamento da sprovveduto o da chi è troppo sicuro di poter contare su appoggi nel quartiere.

Il proiettile integro

I poliziotti hanno trovato un proiettile integro. L'arma potrebbe essersi inceppata al momento degli spari, ma non è escluso che l'uomo abbia scarrellato prima di sparare: la manovra, che consiste nel movimento manuale del carrello delle pistole semi automatiche per consentire al primo proiettile del caricatore di entrare nella camera di scoppio, avrebbe causato l'espulsione se l'arma avesse avuto già il colpo in canna. In questo secondo caso potrebbe indicare una scarsa dimestichezza dell'uomo con le armi da fuoco, che verrebbe poi confermata dall'enorme mole di fuoco e dai danni causati: ha centrato l'obiettivo, ma ha sparato a distanza molto ravvicinata e malgrado ciò ha mancato il bersaglio con almeno due pallottole, quella che ha colpito la nonna di Noemi di striscio e quella che ha quasi ucciso la bambina. Di contro, c'è il calibro del proiettile ritrovato, che è un 9×21, versione civile dei 9×19 che sono in uso alle forze dell'ordine. È a pallottola incamiciata, dello stesso tipo di quelli solitamente usati per gli agguati di camorra e diverso da quelli per difesa personale o al poligono di tiro: il killer si sarebbe procurato l'arma quindi con contatti nella malavita.

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