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Opinioni

Ospedale San Giovanni Bosco, il parcheggiatore abusivo gestiva pure le visite mediche

I pentiti raccontano che il clan Contini gestiva anche le visite ambulatoriali al San Giovanni Bosco: il ticket veniva aggirato pagando una mazzetta al parcheggiatore abusivo, che accompagnava l’utente direttamente dai medici, saltando così le file. Il sistema spiegato nell’ordinanza dell’inchiesta che ha portato a oltre 100 arresti nei giorni scorsi.
A cura di Nico Falco
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foto archivio
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Al San Giovanni Bosco c'era un metodo alternativo per non pagare tutto il ticket. Per risparmiare, e anche per saltare le code. Ci pensavano i parcheggiatori abusivi, che facevano anche da Centro Unico Prenotazioni davanti all'ospedale: in cambio di una mazzetta accompagnavano l'utente fino all'ambulatorio e lo "presentavano" anche, facendogli accedere alla prestazione prima e con minore spesa.

Un altro particolare, l'ennesimo, da cui emerge come il clan Contini avesse messo le mani sul San Giovanni Bosco infiltrandosi in tutti gli aspetti, non solo quelli degli appalti ma anche quelli delle prestazioni sanitarie. La storia dei parcheggiatori abusivi, anche quelli collegati al clan di Eduardo Continio romano, emerge dalle indagini (che fotografano il periodo fino al 2016) e hanno portato all'ordinanza contro il clan Contini eseguita nei giorni scorsi.

Il parcheggiatore rubava i soldi del ticket

"Se un utente non vuole pagare il ticket per intero – racconta un pentito ai magistrati – paga solo una quota di questa cifra nelle mani del parcheggiatore, che lo accompagna direttamente dal medico in ambulatorio". In questo modo il ticket veniva totalmente evaso. E i medici? il pentito li definisce compiacenti, ma è molto probabile che fossero invece sottomessi, così come lo era anche il personale amministrativo: se la Procura di Napoli definisce l'ospedale della periferia nord della città la "sede sociale" del clan Contini, è evidente che il giogo fosse di quelli a cui non è così semplice sottrarsi.

I maggiori affari, spiega ancora il collaboratore di giustizia, si facevano al Pronto Soccorso: era lì che le ambulanze, anche quelle di una società vicina al clan, agganciavano gli utenti che volevano portare illegalmente a casa un parente deceduto.  Cinquecento euro, certificato falso e il morto risultava di nuovo vivo e poteva essere quindi dimesso.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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