“Ero sotto choc, non riuscivo a muovermi”. Paralizzata dalla paura, da quello che stava vedendo, incapace di fare qualsiasi cosa per aiutare i figli ma anche per chiedere aiuto. Si era difesa con queste parole Valentina Casa, la 30enne di Massa Lubrense che questa mattina è stata arrestata per l'omicidio del figlio Giuseppe Dorice, di 8 anni. Il bambino era morto il 27 gennaio scorso per le ferite riportate durante un feroce pestaggio da parte del compagno della madre, il 24enne Tony Essobti Badre, che aveva massacrato lui e la sorellina perché, avrebbe poi spiegato, avevano danneggiato dei mobili nuovi. La posizione della donna era rimasta al vaglio ma le indagini hanno portato alla misura cautelare. La donna è gravemente indiziata per la morte del bambino e per il tentato omicidio della sorellina, oltre che per maltrattamenti nei confronti dei tre figli perché, secondo gli inquirenti, non si sarebbe limitata ad assistere immobile alla tragedia, a suo dire bloccata dalla paura, ma avrebbe fatto di tutto per cancellare le tracce del reato.
Valentina aveva cancellato le tracce
La 30enne aveva raccontato di essere rimasta immobile, come paralizzata, fino alla morte del bambino, avvenuta quasi cinque ore dopo le percosse, incapace di soccorrere i figli agonizzanti. Ma la storia raccontata nell'ordinanza è diversa. Lei sarebbe intervenuta, ma per cercare di rimettere le cose a posto, salvando il compagno. Avrebbe pulito il sangue con dei teli, ritrovati poi in bagno, e avrebbe buttato nella pattumiera i capelli dei bambini strappati a ciocche dalle loro teste. E, invece di chiamare i soccorsi, di chiedere aiuto, di avvisare le forze dell'ordine, avrebbe cercato di medicare i figli con delle garze e una pomata. Avrebbe difeso il compagno anche quando erano arrivati i poliziotti, mentendo nelle prime fasi su chi fosse l'autore del pestaggio.
Le violenze continue ai tre bambini
Il 118 era stato allertato soltanto diverse ore dopo, quando in casa erano arrivati la madre e il fratello di Tony e si erano trovati davanti i bambini massacrati e agonizzanti. Per la Procura il comportamento di Valentina Casa era volto a depistare le indagini e la sua inerzia avrebbe causato ritardi nei soccorsi che si sono rivelati gravissimi, potenzialmente determinando la morte del bambini. Nel corso delle indagini l'altra figlia, ricoverata in gravi condizioni al Santobono, era stata ascoltata e dalle sue parole, da quelle di vicini di casa e dagli insegnanti dei bambini era emerso un vissuto drammatico, in cui c'erano state numerose e gravi violenze sui bambini in precedenza che non erano state mai denunciate.
La contestazione ai funerali di Giuseppe
Durante i funerali, che si erano tenuti il 2 febbraio a Pompei, c'era anche Valentina Casa. La donna era stata fortemente contestata dai presenti, che le avevano rivolto pesanti offese ed accuse per la morte del bambino. Nel corso della funzione un gruppo di parenti dell'ex marito ha inveito contro la 30enne ed è stato necessario l'intervento della Polizia per allontanarli dalla chiusa e consentire le celebrazioni. Valentina Casa e Giuseppe Dorice, padre di Giuseppe, hanno assistito alla funzione all'interno ma in posti distanti tra loro.