«Ma cosa sta succedendo a Napoli?». Immagina questa domanda ripetuta più volte. Immaginala con un marcato accento romano. Con una sottile inflessione milanese. Immaginala pronunciata da un siciliano. Da un piemontese. Immagina che ti rivolga questa domanda un inglese che a stento parla italiano. Un tedesco. Un francese. «Cosa sta succedendo a Napoli?». Tutti se lo chiedono. Tutti te lo chiedono. Ci sono le elezioni, sì. Ma cosa sta succedendo?
Il romanzo elettorale della città inizia con un punto interrogativo che annuncia una domanda e non si aspetta una risposta. Cosa sta succedendo non è un segreto sai, lo sanno tutti. L'inizio è l'euro alle primarie del Partito Democratico ripreso da un video. La fine è il mercato delle vacche davanti ai seggi alle elezioni vere e proprie, ripreso da un altro video. E dal 6 marzo al 5 giugno, dalle primarie alle Comunali, tre mesi di veleni, di comizi improbabili e candidati impresentabili. Di accordi e disaccordi, di promesse durate il tempo di un post su Facebook. Tre mesi. Abbiamo iniziato con una primavera senza pioggia siamo arrivati a un giugno dall'afa opprimente. In mezzo, la vita d’una città che non dorme mai. I quartieri che ribollono di violenza. Abbiamo imparato a chiamare ‘barbudos‘ i camorristi ammazzati nell'inferno nelle faide, mentre qualcuno annunciava una rivoluzione zapatista con barbe più da hipster che alla Camilo Cienfuegos.
La sera c'è stata Gomorra in tv.
Se mai l'avessimo scordata, la realtà si sarebbe palesata via satellite in prima visione, con una rappresentazione scenica a tinte amorali e disumane, col vero intinto nello sceneggiato.
Che è successo, dunque? Negli intrighi e nei veleni la Napoli dei molti tradimenti – come un bel libro di Adolfo Scotto Di Luzio definì quasi un decennio fa la nostra città – ha restituito notizie ai cronisti che ne cercavano. Bastava calarsi dentro Napoli e fare il mestiere. È nella guerra fra Tonino Borriello e Bobo‘ Esposito per chi fosse il re dei consensi Pd a San Giovanni a Teduccio che è nato il “video dell'euro” alle primarie del Pd. È nella guerra per il controllo elettorale dei vicoli tra centrodestra e centrosinistra che i galoppini si sono arrischiati alle pratiche documentate dal “video dei seggi” al primo turno delle Comunali di domenica 5 giugno.
La tecnica della telecamera nascosta è servita a indagare lì dove evidentemente un occhio palese non sarebbe mai potuto arrivare. La sorpresa è stata comunque grande: galoppini e politici non sapevano della telecamera. Ma sapevano di agire in pubblico, alla luce del giorno. E nonostante ciò hanno continuato a fare quel che è stato mostrato, incuranti, perfettamente a loro agio, certi che le azioni non avrebbero mai intaccato la loro presunta tenuta morale in quel contesto, davanti a quella gente.
Napoletani anestetizzati e complici dell'inguacchio elettorale? Non tutti. Posso dire, a distanza di qualche mese, che a molti cronisti di Fanpage non solo arrivati solo i complimenti, ma anche le notizie. Quando c'è stato il voto vero e proprio qualche voce s'è silenziosamente levata – e non erano solo di quelle interessate a sollevar polveroni – per indicare, consigliare, segnalare.
Nessuna “gola profonda”, nessun “grande manovratore” come pure qualcuno ha provato a azzardare, nel tentativo di inquinare il lavoro di una redazione e macchiarlo del fantomatico reato di «concorso esterno in campagna elettorale». Solo un lavoro serio e concreto di verifica degli elementi in possesso, di ore e ore di materiale girato. Facendo bene attenzione a evitare le polpette avvelenate che solitamente minano il lavoro in campagna elettorale.
Tu chiamalo, se vuoi, giornalismo.
E nel frattempo? Spente le telecamere, Fanpage.it in questi mesi ha descritto la città verso il voto attraverso il lavoro ‘classico' dei cronisti. Nella città in cui ogni voce-contro è etichettata come Sputtanapoli (perché se è stereotipo riprodotto in serie è accettato e celebrato, ma se la storia si presenta sotto forma di notizia, documentata e argomentata, è rigettata con violenza) si è documentato tutto. Dalla scarsa selezione dell'aspirante classe dirigente, con personaggi imparentati a esponenti di clan, mai schierati nel rinnegare quell'aspetto deteriore e però chiamati a rappresentare la cittadinanza alle Municipalità e al Comune, fino ai piccoli e grandi quesiti dei protagonisti delle Comunali: Gianni Lettieri ha guai con la giustizia? Claudio, fratello e consigliere di Luigi De Magistris, come si guadagna da vivere?
Destra, sinistra, centro, centrodestra, centrosinistra: ai raggi X è passato un fantasma: quello della politica a Napoli. Tante campagne senza idee e senza temi, animate da flame su Facebook, come un qualsiasi posta del cuore, come un qualsiasi gruppo Whatsapp di asta al Fantacalcio. Il degrado della ricerca del consenso è stato per la prima volta visibile a tutti coloro che hanno voluto vedere.
Dunque chi ha vinto dopo i «ti devi cacare sotto», le cagliose di Antonio Bassolino, dopo la scomparsa del centrodestra da Napoli? Questo lo capiremo un minuto dopo la chiusura dei seggi elettorali del ballottaggio, il 19 giugno 2016. Quel che resta, ed è un dato già certo, è un lavoro di mesi condotto a tutto spiano e ad alzo zero, contro tutti e a favore di nessuno.
Lunedì Napoli si sveglierà esattamente come è andata a dormire la domenica: non sarà nu juorno buono né diverso dagli altri. L'ottimismo della volontà degli eletti cozzerà col pessimismo della ragione dei cronisti che sanno come si spegne il meccanismo della propaganda un secondo dopo la chiusura delle urne. Resta la soddisfazione di aver contribuito a scrivere una pagina di chiarezza su questa fase, resta la consapevolezza – e la bellezza – di questo mestiere: il giorno dopo la notizia? Semplicemente si comincia daccapo.