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Opinioni

Le 10 cose di cui avrebbe bisogno Napoli nel 2017: meno spacconi, più onestà

Dalla camorra alle periferie dimenticate, dai trasporti alla politica sbruffona e incompetente: i 10 desideri per Napoli.
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Panorama del Golfo di Napoli

All'ombra del totem di pali innocenti chiamato Albero di Natale sul Lungomare è difficile fare previsioni per il 2017 che non siano semplicemente quelle di più normalità e meno spacconeria, incompetenza, arroganza. Questo vale per tutti, dai giornalisti (compreso chi vi scrive) alla classe politica napoletana che dovrebbe preoccuparsi anche di mettere l'onestà in cima ai suoi propositi (dai non vi offendete politici napoletani, avete capito benissimo).

Dalla redazione di Fanpage.it a Napoli si è fortunati: la città appare nella sua maestosa bellezza, col Vesuvio adagiato e apparentemente tranquillo sul mare del Golfo. Il caos e i problemi sembrano lontani. Il presepe bello e tranquillo, i pastori (che nell'antico adagio lo guastano) silenti e immobili. Meno tranquilli si è quando si scende in strada. Il parcheggiatore abusivo a due passi dalla fondazione delle vittime di camorra ti fa capire dove sta il concetto di legalità e dove non lo si pratica. La munnezza accatastata (ieri c'era un frigobar!) davanti la sede della Regione Campania ti fa capire dove sta di casa la strafottenza delle regole civili e come fallisce il controllo delle stesse. E se sali verso il centro storico… vi basta scorrere le pagine di cronaca di questo giornale per capire qual è la situazione.

Van di moda gli elenchi, non ci sottrarremo, hai visto mai.

Meno spacconi nella politica napoletana.

Abbiamo vissuto un anno di campagna elettorale per le Comunali 2016 devastante. Luigi De Magistris ha vinto, ci siamo sorbiti i suoi insulti all'ex premier Matteo Renzi e a sua volta gli affondi dei renziani nei confronti del sindaco più popolare della storia di Napoli dopo Achille Lauro, Maurizio Valenzi e Antonio Bassolino. Social newtwork ridotti a pantano di insulti, il disastro delle primarie del Partito Democratico – sollevato dai reportage di questo giornale – e un partito vergognoso, incapace di sanzionare i suoi per comportamenti ai seggi. Poi c'è Vincenzo De Luca, ormai diventato l'imitazione della parodia di Maurizio Crozza. Sbruffone ai referendum dove ha millantato un controllo del voto e della Campania che mai ha avuto, ora convinto nell'amministrare Fondi europei così come si guida una navicella nei videogames spaziali anni Ottanta.

Futuro per Bagnoli (e pure questo lo avete detto, don Luca Cupiello…)

Eh già. Il futuro di Napoli passa per la sua area Occidentale. Nisida non è più un'isola da tempo e lo cantava Edoardo Bennato. E Bagnoli non è più il luogo dei sogni, è solo la Grande Incompiuta che fa vergognare sindaci dagli anni Settanta. De Magistris non è immune da questo scuorno. La sua lotta al commissario di governo è stata impietosa e inutile. A proposito: ma il commissario Salvo Nastasi dov'è? È sparito con il governo Renzi? Si nasconde sul pontile Nord? Dia un cenno. O alzi bandiera bianca.

Controllo su Napoli Est. O non bisogna disturbare il manovratore?

Ma che sta succedendo a Napoli Est? San Giovanni e Ponticelli, i progetti di riqualificazione ed edificazione, le bonifiche: perché non ne parla più nessuno? Perché De Magistris e il suo semi-sconosciuto assessore all'Urbanistica Carmine Piscopo non parlano mai di quell'area della città, lontana anche dai pensieri di certa sinistra massimalista che dai centri sociali siede ora placida nelle stanze dei bottoni cittadini, abbuscandosi uno stipendiuccio. Forse non bisogna disturbare qualcuno? Vi prego, stupiteci con la trasparenza

Una commissione di indagine sulle politiche sociali a Napoli

Una domanda: chi controlla che le aziende con gli appalti per le politiche sociali a Napoli abbiano fatto il loro lavoro secondo degli standard europei? Risposta: nessuno. Eppure la torta è ricca: parliamo di milioni d'euro. Perché il Comune di Napoli non offre alla città uno strumento di trasparenza ovvero una commissione di tecnici esterni e indipendenti per analizzare bandi d'appalto assegnati e da assegnare, standard produttivi e risultati ottenuti? La trasparenza in questo settore l'ha chiesta con forza uno dei migliori assessori della giunta Dema: Pino Narducci, pm antimafia. Che poi uscì dall'esperienza con De Magistris sbattendo la porta.

Meno alberi di ferro, più alberi di legno (in Villa comunale)

Che sia piaciuto o meno, il grande totem di ferro sul Lungomare cozza con il degrado della Villa Comunale di Napoli che sta letteralmente marcendo. Arida, con alberi rinsecchiti, chiede manutenzione immediata. Il Comune che vuole fare? Preoccuparsi dei ristoranti sulla Caracciolo e non del polmone verde, uno dei pochi?

Una ammissione: la camorra esiste ancora. Ed è fortissima

Premessa: la polemica fra sindaco e Roberto Saviano è interessante come lo sputo di un lama. Chi vive la città sa che sulla lotta alla camorra nell'Amministazione comunale si è fatto un passo indietro dal punto di vista dell'accettazione del fenomeno. Quando la domanda è sulla camorra? La risposta – stupida, dannosa – è "ma Napoli non è solo camorra!". Si tratta di una fallacia argomentativa che vuol nascondere un problema e uno stato di cose: la malavita organizzata non è mai stata così diffusa in città. Parcellizzata in piccoli e rapacissimi gruppi, giovane e violenta come le gang americane degli anni Ottanta, ha ridotto alcuni luoghi di Napoli ad aree off-limits. E per tutta risposta con l'avallo di Palazzo San Giacomo si organizzano le manifestazioni, i cortei. Modalità che pensavamo archiviate negli anni del disinteresse del fenomeno. Napoli è bella, a Napoli ci sono i turisti, Napoli è unica. A Napoli ci sta la camorra. O ritorniamo ad ammettere la presenza del problema o avremo un altro problema.

Più treni della metro, più autobus

Hai tanti turisti, ma se non sai come farli muovere è normale che si riversino tutti su via Toledo. Napoli si è "accorciata", sembra un grande paesone perché i trasporti non hanno la possibilità di far circolare le persone lì dove potrebbero andare. Ma con questa situazione, ovvero senza metropolitana e autobus efficienti, le periferie sono naturalmente condannate alla morte per asfissia. In compenso ci facciamo bellissime foto in via Toledo con la sfogliatella in mano.

Il lavoro (Cuncè, fa freddo fuori?)

Ho iniziato questo mestiere nel 1996. Sono vent'anni. Ho un po' di vergogna a scrivere che uno dei problemi di Napoli è la disoccupazione. Lo dico per onor di cronaca: è vero. Ma che posso aggiungere? Ah: con la Apple Academy a Napoli mo' diventiamo tutti Steve Jobs. O no?

Il decoro. Delle strade, delle piazze, delle persone

La munnezza non arriva più ai primi e secondi piani dei palazzi. Ma quella che copre i marciapiedi dei posti che non sono via Toledo, via Chiaia, via Scarlatti la vede solo chi ci abita? Ormai siamo assuefatti a un degrado cittadino che è in quota parte anche colpa nostra. Però non voglio sempre autoflagellarmi. L'Asia, l'azienda dei rifiuti urbani, funziona? Io dico di no. Che è una vergogna rispetto alle sue omologhe di Roma e Milano.

Io, tu.

Noi. Non dico cambiare, ma sforzarci ancora di più di fare la nostra parte, anche nel piccolo, anche quando è mortificata dagli atteggiamenti altrui. Napoli vive non solo di buoni gesti ma anche di buoni esempi. Sforziamoci di darne, soprattutto ai più giovani. E buon 2017.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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