La fotografia è stata scattata giusto un anno fa, nel suo novantesimo compleanno, il 18 agosto 2018, con la figlia Paola e l'amico di sempre, Renzo Arbore. Luciano De Crescenzo non è arrivato a vedere l'alba dei suoi 91 anni : è morto un mese fa, il 18 luglio 2019. E così in questo assolato giorno d'estate ci troviamo a celebrare malinconicamente il trigesimo, ovvero il mese dalla scomparsa e allo stesso tempo il giorno che sarebbe stato quello della novantunesima candelina (ovviamente aggiunta alle altre novanta acquistate l'anno precedente, come Bellavista insegna). Luciano riposa nel cimitero di Furore, in Costiera Amalfitana, nella nicchia che egli stesso evitò di far completare del tutto per una sorta di (sacrosanta) scaramanzia, peraltro già espressa in "Così Parlò Bellavista" nello spassoso dialogo con Giggino delle pompe funebri.
Questo mese di assenza di Luciano, per dirla con le parole del poeta Attilio Bertolucci è stata «più acuta presenza». In Italia abbiamo avuto piccole ma affettuose iniziative in suo onore: una proiezione d'estate coi suoi film, la pubblica lettura dei suoi libri – peraltro in questi giorni ristampati e diffusi da un noto settimanale televisivo – e altre iniziative si apprestano a nascere. Il Comune di Napoli sta pensando di intitolargli una rassegna di filosofia e di certo è iniziato l'iter per l'intitolazione del vicoletto Belledonne a Chiaia a Luciano De Crescenzo, iniziativa annunciata durante il funerale del poliedrico artista, tenuti nella chiesa di Santa Chiara alla presenza di centinaia di amici, lettori, fan, o semplici «uomini d'amore» come li avrebbe definiti il professor Gennaro Bellavista dallo studiolo del suo storico appartamento di via Foria.
In questo mese i libri di De Crescenzo, in particolare l'ultimo, "Napolitudine", scritto a quattro mani con l'attore e regista Alessandro Siani, sono tornati in classifica, nella sezione "Varia", quella che Luciano, con un pizzico di amara ironia definiva " ‘A varia" ovvero avarìa, polemizzando leggermente, da par suo, per non essere mai stato inserito nella saggistica.
«Non avrei mai immaginato di ricevere così tanto affetto per il mio novantesimo compleanno. Quasi non ci credo. Grazie, vi voglio bene»: queste furono le parole di Luciano un anno fa, affidate all'amico e collaboratore di sempre, il suo agente letterario, Enzo D'Elia. Oggi che Lucianino non c'è più siamo noi che lo ringraziamo: è riuscito a riempire di ricordi le discussioni d'estate. E il dispiacere di tanti genitori per la sua morte è riuscito in un qualcosa di insperato in Italia, capitale della non-lettura: sulle spiagge italiane, qualche giovane, evidentemente incuriosito dai racconti su questo De Crescenzo, ha fatto quello che ormai è diventato un gesto inconsueto, quasi eversivo: ha riposto il cellulare ed ha aperto un libro.