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Opinioni
Rione Vasto di Napoli, emergenza criminalità

Rivolta per il cane Rocky ucciso dal poliziotto. Ma in via Rosaroll mai un corteo anti-camorra

Chi conosce via Rosaroll e più in generale il Vasto sa bene quale sia il livello di degrado e di infiltrazione malavitosa in ogni aspetto del vivere quotidiano. Eppure non mi pare si sprechino pubbliche denunce o manifestazioni di piazza. Per il cane Rocky ucciso da un poliziotto durante l’arresto del padrone, pregiudicato, invece abbiamo assistito ad un corteo che mal si concilia con quanto realmente accaduto e mostrato dai video.
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Conosco molto bene via Cesare Rosaroll a Napoli, confine tra il Vasto e via Foria, frequentata e vissuta a lungo. Ricordo quando ammazzarono Luigi Galletta, nel 2015 in via Carbonara, a pochi passi. Ricordo la bomba sotto l'auto (assurdo parlarne come di un fatto ‘normale‘) sempre lì, sotto la chiesa. Ricordo i fuochi d'artificio nel cuore della notte e non certo per celebrare un santo o un compleanno, ma celebrare ben altri traffici. Ricordo gli scippi all'angolo col giudice di pace: attraversi, lo scooter contromano ti fa ‘o servizio e sfugge sempre contromano nei vicoletti adiacenti o giù, verso ‘o buvero, il bunker del Borgo Sant'Antonio Abate. Ricordo la paura di agguati nei giorni della faida dei baby boss di camorra, poi finiti morti ammazzati o in galera. Ricordo e ricordo e ricordo ancora decine di episodi di piccola o grande omertà. I due morti ammazzati nel vicolo e nessuno sa niente, nessuno ha visto niente. I motorini che vanno avanti e dietro, la gente che ‘si arrangia' e quella che per arrangiarsi ruba la tranquillità e la vita degli altri. E ogni volta nessuno ha visto niente, nisciuno sape niente. Il giovane Arturo quasi sgozzato in via Foria e nessuno sa niente. La rapina al povero turista che ignaro va verso la stazione e nessuno sa niente. Ne volete ancora? Ne avrei per giorni.

Per questo, scusatemi, con tutto il rispetto per il cane Rocky che sarà stato veramente il miglior amico dell'uomo (tant'è che ha azzannato il poliziotto intento ad arrestare il suo padrone) ma io non riesco a stare dalla vostra parte dello striscione. Cari animalisti, scesi in piazza ieri a Napoli fatevi un esame di coscienza serio. Se voi veramente fate, allora devo invitarvi a stare un paio di anni in via Cesare Rosaroll a vivere. E in quegli anni comportarvi come cittadini ligi alle leggi e contro l'omertà in ogni campo.

Voi fate e dite, inondate il web di accuse (scomposte, a volte anche stupide e in malafede, come quelle sulla presunta falsità dei referti medici degli agenti di polizia) senza ragionare su un elemento: i poliziotti intervenuti in quel parapiglia per arrestare il pregiudicato in via Rosaroll se avessero adottato regole d'ingaggio diverse e più rigide avrebbero probabilmente ammazzato non solo il cane ma pure l'arrestato che si è presentato – stando al rapporto ufficiale della polizia,  mai messo in discussione – sbandierando una finta arma da fuoco. Il sacrificio del cane, per quanto assurdo possa sembrare, ha forse salvato la vita del suo padrone.  Anche se, ancor più incredibilmente, per certi animalisti (non tutti) la vita dell'uomo ammanettato potrebbe addirittura valere di meno di quella del cane.

Via Rosaroll affaccia e immette sul Vasto che è forse la zona al momento più "salviniana" di Napoli. Non abbiamo sentito una sola parola dai comitati per la legalità su questa vicenda. Se si fosse trattato di un immigrato certi personaggi (e certi giornali) avrebbero gridato all'emergenza immigrati, all'allarme sicurezza. E invece come sempre la realtà spariglia tutto: nulla è bianco o nero, ci sono tantissimi toni fra una posizione e l'altra. Chi manifesta deve tenere bene a mente che il diritto a dubitare è sacrosanto, ma anche il rispetto dei fatti che non devono essere distorti ad uso e consumo delle proprie monolitiche ragioni.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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