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Denuncia di stupro di gruppo a S Giorgio a Cremano

Stupro Circum, il Csm risponde a Luigi Di Maio: “Troppi insulti. Rispetti le nostre decisioni”

Il plenum del Csm, su proposta di Unicost, ha avviato l’apertura di una pratica a tutela dei giudici del Tribunale di Napoli che, nei giorni scorsi, hanno disposto la scarcerazione di due dei tre ragazzi arrestati con l’accusa di stupro di gruppo all’interno della stazione della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano: “Troppi insulti e critiche dai social ed esponenti del Governo”.
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Il Tribunale di Napoli
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Il plenum del Consiglio superiore della magistratura, su proposta della componente togata di Unicost (Unità per la Costituzione), ha preso in carico la richiesta di apertura di una pratica a tutela dei giudici del Tribunale di Napoli che, nei giorni scorsi, hanno disposto la scarcerazione di due dei tre ragazzi arrestati con l’accusa di stupro di gruppo all’interno della stazione della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano. I magistrati dell’ottava sezione sono stati oggetto di critiche molto aspre e di insulti ad opera di provati cittadini, sui social, ma anche e soprattutto di esponenti del Governo, tra i quali il vicepremier Luigi Di Maio. Critiche che sono giunte senza che le motivazioni della decisione siano state ancora depositate e, quindi, senza alcuna conoscenza delle ragioni che hanno portato alla decisione.

Nei giorni scorsi il vicepremier pentastellato aveva dichiarato di considerare "una vergogna che, a poche settimane dalla violenza, due di quei tre delinquenti siano già liberi". I due, infatti, sono stati scarcerati dai giudici del tribunale del riesame, ma restano tuttora indagati per lo stupro della giovane di 24 anni di Portici. Già l'Anm aveva definito qualche giorno dopo "inaccettabili" quelle parole da parte di un esponente del Governo. Ma ora Unicost fa di più, facendo aprire una vera e propria pratica a tutela dei giudici del Tribunale di Napoli che hanno disposto la scarcerazione di due dei tre giovani arrestati. "Pur premettendo di non voler entrare nel merito della decisione – si legge nel comunicato del magistrati – il Ministro ha tuttavia stigmatizzato che due di quei tre delinquenti sono già liberi di andarsene in giro a fare i cavoli propri. Parole imprudenti che, oltrepassando nettamente i limiti del legittimo potere di critica, finiscono per porre in dubbio la professionalità e la stessa legittimazione della magistratura, anche in questo caso incarnata da uomini e donne dalla lunga e specchiata carriera".

Per questo, hanno concluso, "occorre un intervento urgente e forte di questo Consiglio, prima che i fondamentali principi di indipendenza e autonomia della magistratura, oltre che di presunzione di innocenza di ogni imputato, siano irreversibilmente indeboliti da dichiarazioni rese dagli stessi soggetti che la Costituzione pone, con vincolo di giuramento, a loro salvaguardia". Intanto, è in programma per la mattina di giovedì 4 aprile il Riesame della misura cautelare a carico del terzo indagato. Discussione sfalsata nel tempo a causa di un imprevisto: l’istanza era stata depositata dal difensore nell’ultimo giorno utile, il 18 marzo, ma presso il Tribunale di Napoli Nord (cosa prevista dalla norma). Ma da questo ufficio è stata trasmessa a Napoli a mezzo raccomandata: undici giorni per percorrere neppure quindici chilometri.

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Rosaria Capacchione, giornalista. Il suo lavoro di cronista giudiziaria e le inchieste sul clan dei Casalesi le sono costate minacce a causa delle quali è costretta a vivere sotto scorta. È stata senatrice della Repubblica e componente della Commissione parlamentare antimafia.
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