Si aggiungono nuovi elementi e il quadro comincia a prendere forma. Quello che viene fuori è un filo che conduce in un'unica direzione: nel centro storico di Napoli il conflitto è aperto tra i Mazzarella e i Sibillo, con tutto un mondo di clan e gruppi criminali (e paramilitari) che gravitano intorno. La sparatoria davanti alla pizzeria Di Matteo è l'ennesimo episodio che sembra portare in questa direzione. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio, tra domenica e lunedì, i pistoleri di camorra hanno sparato in via Tribunali. Sono sicuramente passati in vico Giganti, dove, a più di dieci metri dall'incrocio, i carabinieri hanno trovato un bossolo di pistola.
Cinque fori sulla serranda, un altro sulla porta laterale, nove bossoli caduti a terra. Chi ha sparato non l'ha fatto correndo, davanti a quella pizzeria si è fermato e ha premuto il grilletto a ripetizione. Mirando verso il basso, senza colpire i vetri o l'insegna. Probabilmente per lanciare un messaggio che difficilmente sarebbe rivolto direttamente ai titolari. È uno sfregio ai commercianti, ma anche a chi pensa di gestire il crimine nella zona. Un modo di dire “siamo più forti, e veniamo a sparare sotto casa vostra”. Anche davanti alle telecamere di sorveglianza, quelle che inquadrano diversi tratti di via dei Tribunali e che potrebbero aver ripreso anche il raid.
La notte tra il 22 e il 23 febbraio avevano già sparato, da queste parti. Almeno 9, tra piazzetta San Gaetano e vico Giganti. E due settimane fa, ricordano alcuni passanti, c'erano stati altri colpi. “Tanto, qui lo fanno tutte le sere”, sentenzia qualcuno, guardando i fori sulla serranda della pizzeria.
Nel novembre scorso in vico Giganti spararono 21 colpi durante una stesa. A metà gennaio fu la volta della pizzeria Sorbillo, qualche centinaio di metri prima, sulla stessa strada. Nei video della sorveglianza si vede un uomo che lascia qualcosa davanti all'ingresso, pochi istanti dopo c'è la deflagrazione. Una bomba carta, che danneggia l'esterno del locale. Agli inizi di febbraio, il botta e risposta. Prima, nella zona di Santa Chiara, i colpi contro l'abitazione di un pregiudicato, legato da vincoli di parentela ai gruppi dei Perez e dei Mazzarella, subito dopo una stesa in via via Santi Filippo e Giacomo, dove invece abitano dei preigudicati vicini ai Sibillo.
Ed ecco i nomi che ritornano, e che permettono agli investigatori di tracciare un quadro di quello che sta succedendo: dietro gli episodi ci sarebbe il conflitto tra i Perez-Iodice, alleati dei Mazzarella e col supporto dei Buonerba, e i Sibillo, che dalla loro hanno i Rinaldi e l'appoggio dei Contini.